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Carissima Gabriella [detta volgarmente Santippe]
Umilmente mi prostro ai tuoi per implorare perdono. Delle tue lettere che mi hai scritto non hai ricevuto risposta per la semplice, e pur non scusabile, ragione che io,
benché non fossi occupatissima, non ne ho avuto il tempo, e diciamo pure, perché sono stata vinta da una insormontabile pigrizia. Terminato questo lungo, ma necessario preambolo, vengo al solido. Io
naturalmente mi annoio in questo paesaccio infame, dove gli svaghi consistono nel litigare sovente con Giuseppe e Raffaella, i quali, non meno naturalmente di me, si annoiano cordialmente. Quasi tutte le mattine,
vado a tuffarmi nelle azzurrine acque dell´Adriatico, e questo è l´unico raggio di sole, in questo buio profondo, profondo, profondo. Non ti sembra che io sia divenuta, ad un tratto, molto poetica; forse
sarà l´aria “campagnevole” di Monteprandone[1].
In quanto al permesso di villa Belvedere, bisognerà che ti rivolgi a papà che è a Roma. Se vuoi l´indirizzo dell´Anna Aldobrandini eccotelo : Via Botteghe Oscure
32. Veramente papà a Roma mi aveva dato un permesso per te, ma io non sapevo dove inviartelo, non conoscendo il tuo indirizzo di Anzio. Se capito da quelle “Bande” verrò a farti una visita
[1] ) Monteprandone, vicino San Benedetto del Tronto (Adriatico)
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