Cara Zitellona – A quest´ora chissà cosa avrai pensato di me giacché né ti ho scritto né sono venuta a trovarti come avevo promesso . Ma non sono venuta per due
motivi : prima perché ho appreso da Clotilde la morte di tua zia[1]
e certo non sarebbe il caso disturbare te ed i tuoi addolorati. Ti faccio le mie condoglianze.
Il secondo motivo per cui non son venuta è stato che la nostra partenza per il Brasile sarà il giorno 31 di questo mese. Pertanto ho avuto da lavorare per mettere in ordine i
bauli di cui stamattina sono partiti già 9.
Domani o postdomani verranno gli imballatori per spedire il mobilio, l´argenteria e la cristalleria. E così facciamo vela per l´oltre oceano. Ah, cara Zitellona come
mi dispiace lasciare questa Roma, le mie amiche e le mie compagne! Ma presto torneremo e così potrò rivedervi tutte, vero? Intanto non mi dimenticherai, ti scriverò cartoline durante il viaggio e più
lungamente quando sarò in Brasile.
Intanto scrivimi subito prima di partire ti voglio ancora salutare con una letterina e pertanto desidero sapere se sei ancora ad Anzio o in montagna. Forse verrai a Roma in
uno di questi giorni. Sarei tanto contenta! Noi imbarchiamo per Genova il giorno 31 col Giulio Cesare[2].
Tanti ossequi ai tuoi genitori carezze a tua sorellina a te un bacio
[1] ) Giacomina Zitelli
[2]) Il Giulio Cesare, stupendo transatlantico, era gemello del Duilio. Aveva 24.760
tonnellate di stazza, 4 eliche e raggiungeva una velocità di circa 20 nodi. Serviva la linea Genova-Napoli-Sud America, ma anche le rotte per il Nord America. Come il
Duilio, questo piroscafo era dotato di stabilizzatore anti rollio e poteva trasportare più di 2.000 passeggeri. Fino al 1925, il Duilio e il Giulio Cesare erano i due piroscafi
più grandi della marina mercantile italiana.
Nel 1925-1926 fu costruito il Roma di quasi 34.000 tonnellate di stazza, che divenne la più grande nave italiana di quei tempi.
Dal 1932 in poi, questo piroscafo passò all´amministrazione dell'Italia Società di Navigazione. Il Giulio Cesare ebbe lo stesso destino del Duilio. Ancorato nel porto di
Trieste, fu bombardato e distrutto dall´aviazione alleata nel 1944.
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