|
Torino, 24 aprile 1955
Carissimo Armando,
Il Sig.Generale Venier mi ha con tutta premura portati i vostri saluti. Non potevo ricevere una sorpresa più graduata. Se ben ricordo noi ci trattavamo confidenzialmente
col tu. Se sono in errore, concedimi le attenuanti di cui ho un certo diritto per la mia vetustà (sono oramai 80). Usando la forma più confidenziale mi sembra poter meglio esprimere i miei sentimenti. La
prova tangibile del vostro buon ricordo ed il premuroso invio dei vostri saluti (cosa sinceramente inattesa) mi hanno sorpreso e profondamente commosso e ve ne sono infinitamente grato. Appena per telefono mi fu
pronunciato il tuo nome, la mia mente è corsa di botto agli indimenticabili soggiorni di Moena e di Cervinia. Circostanze belle di per se, ma rese migliori e più complete dal nostro spontaneo affiatamento ed
ogni volta che esse mi ritornano alla mente (il che avviene molto spesso) sono indotto ad un senso di quietudine che il puro caso mi ha consentitodi poterle godere. Non mi sfuggono i vostri nomi : lintrepido
ingegnere dalla gamba lunga (che ci lanciava sempre indietro) la gentilissima, buona, simpatica, Sig. Gabriella (che si associava a me nella retroguardia , non so se
fu compassione di me vecchierello, o affievolimento della sua resistenza nella salita) e che nel rifugio del Cimone della Pala ebbe cure speciali per il povero pseudo Gaudi ridotto come un pulcino per la bufera
di neve), la mia piccola fidanzata , la carissima Paola che ormai, diventata signorina disdegnerà certamente la mia proferta di un tempo! E il piccolo buon Carlo! Apprendo con profondo compiacimento che
tutti quanti siete in ottima salute e vi auguro di buon cuore molti e molti anni lieti, felici e di buoni affari per te. Non ti so dire quanto mi sarebbe caro di rivederti. Purtroppo Roma, che come sai ha
esercitato sempre su di me un fascino ed unattrazione speciali, è molto lontana e, per quanto io mi trovi in ottima salute, non mi azzardo compiere un lungo viaggio col rischio di rompere quellequilibrio fisico
raggiunto con non pochi sacrifizi e rinuncie. Mi appago perciò di ricordarvi caramente e di essere davoi corrisposto.
Ti prego di porgere i miei ossequi alla Sig.Maria e alla signorina Giuliana e voi tutti accogliete le mie più affettuose cordialità.
Gibello
|