Vescovo di Cesenatico, uditore presso la Camera Apostolica, non evitò inimicizie se riconosceva, nelle sue decisioni, il bene della cosa pubblica. Fu imprigionato a Castel Sant´Angelo, sotto Alessandro VI e liberato alla sua morte (1503). Morì di Peste l’anno successivo. Le sue ceneri sembrano essere state traslate, insieme a quelle del suo fratello gemello, Dionisio, nella tomba di Pietro Sucio (vedi 1583).
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