Il giovane era di leggendaria avvenenza e frequentava come allievo la bottega di Michelangelo a Roma ed il Maestro gli si era così affezionato da comporre per lui ben 48 epigrammi. Questo onesto affetto fece incorrere Michelangelo nell’accusa di pedofilia dalla quale fu scagionato essendo riuscito a dimostrare la moralità di quel rapporto. Alla morte improvvisa del nipote Cecchino, Luigi del Riccio chiese ed ottenne da Michelangelo un disegno per la tomba del giovane da porsi in Santa Maria in Aracoeli. Il monumento, forse scolpito da Francesco d’Amadori (+1555), detto l’Urbino, mostra il busto del defunto alla cui sinistra si trova l’epitaffio dedicato a Cecchino Bracci, mentre a destra si trova quello dedicato allo zio Luigi del Riccio. Il monumento, che occupava uno spazio della cappella Felici, fu spostato dove è ora quando la cappella fu trasformata in uscita laterale della basilica. (fonte: F. Federici e J. Garms, “Toms of illustrious italians at rome”:: Bollettino d’Arte, volume speciale, Roma 2010)
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