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Prendendo la penna, o meglio, il lapis per scrivervi, proprio in questo II anno versato della mia partenza, (mi) sono veramente vergognato! Ho qui sul mio tavolo la lettera tua
del 18 aprile, quella del 27 agosto, dalla vigna, in cui mi davi notizia della divisione e del ricordino della buona e rimpianta zia Rosa. Ti sono assai grato, di cuore, del tuo ricordo e poi ne ho ricevute
due di Gabriella, una da Roma del 22 aprile e una da Grottaferrata del 21 agosto. Il mio silenzio è semplicemente vergognoso, ma confido nella vostra bontà per essere perdonato.
Sono assai dolente che state pensando di vendere la vecchia casa grande comune: era una casa così bella e un ricordo tanto caro perché non vedete di fare in modo di
conservarla. State tutti bene, grazie a Dio, e non avete nessun bisogno la potreste tenere come un ricordo comune della casa ! Mi ha fatto tanta pena sapere che per quelle cose ti sei amareggiata, basta,
pazienza hai fatto bene a conservare la pace, procura di far sempre così.
Passo qui ormai a temperatura più che estiva, ma tiro avanti, il cuore in angustia e in amarezza, per tante miserie e vergogne : il Signore abbia compassione. Passo giorni oscuri e
tristi. Avrei tanto desiderato di scrivere prima e tanto spesso a voi, a voi tutti, unici che ho, io, oramai, di casa, ma credi, che il lavoro è continuo e cresce ogni giorno : l’altro ieri che volevo
scrivere un po’ più comodamente, ho dovuto rinunciarci, tra udienze a tavolino, sono andato ininterrottamente dalle 15 alle 20 e mezza!
Oggi poi ho voluto buttare qui in fretta queste due righe, perché forse è una delle ultime volte in cui si potrà comunicare ancora e non volevo proprio che passasse senza che vi
dicessi, alla vigilia di questa interruzione, che Dio sa quanto potrà durare, tutto il mio più affettuoso e continuo ricordo. Voglia il buon Dio che possiamo ritrovarci tutti e presto, e bene, e lieti!
Salute, forte peggioramento di stomaco 3 o 4 mesi or sono, minaccia non verificatasi, ora meglio. Mi danno molta gioia le buone notizie della famiglia di Gabriella che cresce, in
tanto amorosa e serena concordia. Ah birichina di una Gabriella chi avrebbe detto quando stavi alle prese con il bello gallico e più ancora quando facevi birbonate ai tempi di zio Tito che saresti poi stata una
così buona madre di famiglia! Sono gratissimo a Armando di aver aggiunto i suoi saluti
Papà Giovannino mi dice sempre delle care cose; ti penso tanto spesso quando vado verso il “Tigre”, non ti spaventare, nulla di ………. un canale, o meglio
un complesso di canali, lungo il Plata, che costituiscono una natura assai interessante; sono popolati da centinaia e centinaia di piccole imbarcazioni di diporto e là tutti se ne vanno in barca, motoscafo, a vela
… etc … ogni tanto “mi ti vorrei gustare a te” là in mezzo, ma poi ti rivedo … a Teverone e concludo in fine che non hai proprio niente da meravigliarmi. Ed ora bisogna proprio che
concluda, è l’ora della consegna. Se anche io non riesco a scrivervi, come vorrei, voi siate buoni e non mi punite con il silenzio; mi fa sempre un piacere immenso ricevere qualcosa da voi.
Mia buona Maria, ti e vi ricordo ogni giorno nella S.Messa; il buon Dio ti conceda tutto ciò che desidera il tuo cuore di sposa di mamma e di …. nonnetta!
Ricordami, prega, la preghiera è nostra pace. Infine cose care a Giovannino, un saluto a Giuliana cui darai la foto, per compensarla di una dimenticanza che è solo nella matita, e a
te un affettuoso saluto
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