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Roma, 10-7-1943
Cara Gabriella,
Questa mattina ho trovato il tuo numero uno, che ha fatto così seguito, invece di precederla, alla tua lettera di ieri. Ho comunicato telefonicamente a mammà larrivo, ed
alle 14, al mio ritorno a casa, anche lei potrà ambientarsi nel vostro appartamento alpino. Ti dico però che con la temperatura che oggi cè qui, non sentiamo quellirresistibile attrazione verso le auree
montanine, che sentivo io alle vostre descrizioni, nel 1940. Quello che ci fà veramente piacere è che i pupi rifioriscano e che mangino come lupetti. A Carlo la signora Anna che impressione gli ha
fatto? perché ricordo che quando la conobbe con me, gli riuscì antipaticuccia, ma ............... mutano i saggi. Di Paola non dubito, più che simpatica ne proverà una vera passione.
Mammà ti ha già scritto il racconto drammatico delle ore 81/2-161/2 di ieri, quando, tutti mobilitati, arrancavamo perché Lula non fosse fattorina sugli autobus. Ed anche oggi
e domani ne sopporteremo le conseguenze, perché nel momento della lotta avendo io fatto appello allamicizia di S.Pietro, ho avuto unudienza per domani mattina alle 10 ½ e così siamo dovuti restare a Roma
senza scopo da raggiungere e con gran dispiacere della rurale. Lunedì avremo il debutto, che a detta di Maria sarà interessante, perché secondo la telefonata da lei ricevuta, il Cavallerleone le avrebbe detto
che la cosa è più complessa che non la posizione di Annarella Buc. e M.Antonietta Rappa. Ad ogni modo tutte le disposizioni son state prese e dalle calze allaccollatura tutto è in perfetto, armonico
stile. In questo momento ricevo una telefonata da una certa signora Bianchi reduce da Atene, che mi dice di trovare un alloggio per Dora e Emma che vengono sgombrate........ È una pirola!!!
Se non trovo te le mando in Cadore. Salutami Isabella ed Armando a te e pupi abbracci e baci
papà (Giovanni Zitelli)
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