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STRADE DELLA ROMA PAPALE

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La Chiesa di Santo Stefano Rotondo II

via di S Stefano Rotondo - chiesa di S Stefano Rotondo - interno (23)

Chiesa di Santo Stefano Rotondo
Ingresso alla cappella dei SS. Primo e Feliciano

La cappella dei SS Primo e Feliciano, quale la possiamo ammirare oggi, fu creata da Teodoro I (642‐649), che vi fece trasportare le reliquie dei due martiri, dalla via Nomentana, e vi seppellì suo padre, vescovo di Gerusalemme.
(Segue sotto l’ingrandimento...)

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via di S Stefano Rotondo - chiesa di S Stefano Rotondo - interno (24)

via di S Stefano Rotondo - chiesa di S Stefano Rotondo - interno (14)

Chiesa di Santo Stefano Rotondo
Cappella dei SS. Primo e Feliciano

Nel XII secolo, la cappella fu rimpicciolita con la costruzione di due muri uno sul lato destro e l’altro sul lato sinistro.
(Segue sotto l’ingrandimento...)

Chiesa di Santo Stefano Rotondo
Altare Capp. dei SS. Primo e Feliciano

L’altare della cappella è stato rinnovato nel 1736 da Filippo Barigioni (1672-1753) ed è posto davanti una piccola abside che, nel registro basso mostra la figura di Cristo accompagnato da Santi in un affresco monocromo. (Segue sotto l’ingrandimento...)

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via di S Stefano Rotondo - chiesa di S Stefano Rotondo - interno (6)

Chiesa di Santo Stefano Rotondo
Cappella di S. Stefano re d´Ungheria

La cappella dedicata a S. Stefano re d’Ungheria fu realizzata nel 1778 come santuario nazionale degli Ungheresi. Pio VI (1775-1799) incaricò del progetto Pietro Camporese (1726-1781). Camporese realizzò l’ornamento della cappella di forma rettangolare interamente con affreschi “trompe-l’oeil” per rendere l’impressione di una decorazione con marmi ordinata per riquadri. (Segue sotto l’ingrandimento...)

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via di S Stefano Rotondo - chiesa di S Stefano Rotondo - interno (11)

via di S Stefano Rotondo - chiesa di S Stefano Rotondo - interno (27)

Chiesa di Santo Stefano Rotondo
Affreschi del Pomarancio

Nel 1582, i Gesuiti fecero eseguire, a Niccolò Circignani, detto il Pomarancio (1530-1590), e ad Antonio Tempesta (1555-1630), un ciclo di immagini, sulla parete  circolare interna, rappresentanti i vari tipi di tortura subita dai martiri, al fine di informarne i padri seminaristi, destinati a terre da evangelizzare.

Chiesa di Santo Stefano Rotondo
Ex Cappella del SS Sacramento

In corrispondenza dell’unica piccola abside del secondo ordine circolare si intravedono cinque arcate più alte, sostenute da quattro colonne costolate di stile corinzio.
(Segue sotto l’ingrandimento...)

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Chiesa di Santo Stefano Rotondo
Affreschi del Pomarancio

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via di S Stefano Rotondo - chiesa di S Stefano Rotondo - interno (26)

Chiesa di Santo Stefano Rotondo
Altare laterale

In corrispondenza degli ingressi alle cappelle poste a croce greca  nella chiesa del V secolo, sono stati collocati, per memoria, dei piccoli altari che richiamano la simmetria originale dell’edificio. Un altare lo abbiamo trovato in corrispondenza dell’ingresso alla cappella del SS Sacramento della quale la piccola abside conferma l’asse principale dello spazio liturgico, altri due, a destra e a sinistra di questo asse, ricordano le due cappelle la cui dedica non è nota.
(Segue sotto l’ingrandimento...)

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via di S Stefano Rotondo - chiesa di S Stefano Rotondo - interno (16)

Chiesa di Santo Stefano Rotondo
Ingresso sacrestia

La sedia posta alla sinistra della porta, sopra un piedistallo, è una sedia dell’epoca imperiale utilizzata da papa Felice IV (526-530), il quale avendo creato nel cerchio centrale della chiesa, una tribuna  per la “schola cantorum”, vi pose questa sedia come sedia vescovile.
La sedia fu deturpata, nel XIII sec. e privata di spalliera e di braccioli.

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via di S Stefano Rotondo - chiesa di S Stefano Rotondo - Modello di una soluzione per S Pietro

Chiesa di Santo Stefano Rotondo
Modello michelangiolesco di San Pietro in Vaticano

Il tabernacolo, che si trovava, all´inizio, sopra l´altare maggiore, è opera del fornaio Giovanni Gentner, che, nel 1613 lo costruì riproducendo un modello di progetto per San Pietro a pianta centrale, di ispirazione michelangiolesca. Il fornaio lo donò al rettore del Collegio Germanico-Ungarico, Bernardino Castorio, che lo fece collocare sull´altare centrale.

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