Piazza e via di San Luigi de’ Francesi (R. VIII – Sant’Eustachio) (vi convergono: via del Salvatore, via della Dogana Vecchia, via Giustiniani, via della Scrofa)
Già Piazza e via de’ Marchegiani [1] presero il nuovo appellativo dopo la costruzione della Chiesa.
I Francesi, che possedevano, presso Piazza di Siena (vedi Piazza S. Andrea della Valle - S. Eustachio), una piccola cappella “in loco arcto et angusto", con annesso un ospizio per i propri connazionali indigenti, fecero una permuta con la Badia di Farfa [2] e ne ebbero in cambio il priorato, le chiese parrocchiali di S. Maria e S. Benedetto de Cellis e S. Giacomo in Thermis: - S. Maria “de Cellis”, coll’annesso priorato, era anche detta S. Maria “in Thermis Alexandrinis” e S. Maria “de cella Farfae”, si trovava al posto dell’attuale S. Luigi dei Francesi. - S. Benedetto “de thermis” o “de Ferro” dal 1241, detta dal popolo “della Cerasa” e più tardi “dei Notai”, dai 48 notai uditori di Rota, era dietro la chiesa precedente e dava su Piazza Madama. - S. Giacomo in Thermis, che aveva anticamente un monastero che si diceva: "Sancti Jacobi in Thermis Lombardorum” trasformato poi in ospedale ed ancora Sant’Andrea de Fordivoliis (forse dai Fordivoglia).
Il luogo della permuta, approvata con “bolla IV non. Aprilis” da Sisto IV (Francesco Della Rovere - 1471-1484) nel 1478, era situato nell’area tra Piazza S. Luigi dei Francesi e Piazza Madama..
La prima pietra di S. Luigi dei Francesi fu posta sotto Leone X (Giovanni de´ Medici - 1513-1521) ed i lavori, prima poco spediti, si arrestarono del tutto per le conseguenze del sacco di Roma (1527). Ripresi nel 1537, mercé le elargizioni di Enrico II (1547-1559), della moglie Caterina de’ Medici, che fece anche una donazione con atto del maggio 1584, e di altri, la chiesa fu consacrata l’8 ottobre 1589 ed intitolata a Maria Vergine, a S. Luigi, re di Francia, e a S. Dionigi Aereopagita. Un ospedale ed una grande casa, completavano il possedimento. Le due salamandre nel fuoco, che sono scolpite sulla facciata, in basso: Una col motto: “Nutrisco et extinguo”, fa riferimento all’impresa del re di Francia, Francesco I (1515-1547), il quale vi aggiunse il motto italiano: “mi nutrisco", e voleva così accennare alle sue amorose passioni che tanto lo dilettavano da poter dire che gli erano di nutrimento. Qui il nuovo motto (Nutrisco ed estinguo) “accenna alla salamandra che, come allora favoleggiavasi, col freddo umore che sporge dal corpo, fa si che non tema l’ardor delle vampe, anzi giunga a temperarle ed a spegnerle”. L’altra con scritto: “Erit Christianorum lumen in igne” vuole accennare “al titolo di Cristianissimi dato ai re di Francia", quasi dica: “Io re con le mie fiamme sarò lume al popolo cristiano. Il che se fosse vero, Dio lo sa...” (Monti A.).
Via S. Luigi de’ Francesi (oggi Via di S. Giovanna d’Arco - Vedi) era una strada molto più stretta dell’attuale ed aveva l’oratorio di S. Salvatore in Thermis (S. Salvatorello) che fu incorporato nel Palazzo Madama, chiuso nel 1894 e demolito per l’ampliamento degli uffici senatoriali. Una tradizione lo diceva fondato da S. Silvestro (314-335), mentre è storica la consacrazione fatta da S. Gregorio Magno (560-604).
Altra tradizione dice, a proposito delle statue provenienti da San Salvatore in Termis, che quella della Madonna, ora in fondo alla navata dei Francesi, sia Vannozza de’ Cataneis e che la statua del Salvatore, ora sull’ingresso della chiesa, sia un ritratto del figlio, duca Valentino (perché cardinale di Valenzia).
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[1] 5 dicembre 1693 – “Una fiera battaglia seguì l’altra sera in Piazza S. Luigi, con i sassi, tra i Matriciani e Monticiani, e ne restarono uno morto et altri feriti” (Archivio Vaticano Fondo Borghese, Serie IV, 63)
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