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Oggi quattro gennaio 1917 in discrete condizioni di salute, e in
piena serenità di spirito, dispongo quanto appresso :
Istituisco erede usufruttuaria di ogni mio avere la dilettissima e fedele moglie mia Carlotta
Pizzi. Essa avrà l’usufrutto delle somme investite in azioni della Banca d’Italia e in altri titoli, e di quelle altre che fossero lasciate da me non impiegate e che dovranno essere
investite in titoli dello Stato italiano o garantiti da esso. Avrà il libero uso dei mobili e di tutto quanto si troverà nella mia casa di abitazione in Roma; così pure avrà il libero uso della
casa di mia proprietà in territorio di Grottaferrata, mobili e annessi compresi. Essa potrà alienare la detta casa, con tutti gli annessi e connessi, come pure tutti o parte dei mobili della casa
di abitazione in Roma. Le somme ricavate dalla alienazione delle cose immobiliari e mobiliari di mia proprietà dovranno essere impiegate in titoli di Stato italiano o garantiti dallo Stato, da
intestarsi, come dovranno essere intestati tutti gli altri titoli da me lasciati e quelli da acquistare, come sopra è detto, con denaro liquido, ai miei eredi appresso indicati, col vincolo per
l’usufrutto a favore di mia moglie Carlotta Pizzi.
Dalle mie sostanze saranno prelevate lire Cinquemila (5.000) nette da tassa e da versarsi alla Cassa di
Previdenza degli impiegati della Banca d’Italia fondo sussidi.
Istituisco erede per la proprietà di ogni mio avere _______________ Giuseppe Canovai, figlio di mio
fratello Luigi f____________________ figli nati maschi e femmine _________ di mio fratello Odoardo e di mia sorella Adele maritata Umberto Forza.
Lascio al carissimo Professor Luciano, volgo Agostino Carducci, che mi (ha) curato e assistito con
premurosa sollecitudine e affetto pari al valore, il mio orologio d’oro e a ripetizione e la catena di oro martellato. Prego il mio carissimo nipote Riccardo Pizzi di voler assumere
l’ufficio di mio esecutore testamentario, e di gradire, come affettuoso ricordo, gli altri miei orologi, catene, spille, bottoni, bastoni.
Voglio, fermamente voglio, che il mio funerale sia modesto e semplice, come fu modesta la mia origine,
come è stata sempre semplice la mia vita. Non voglio né fiori, né annunzi, né discorsi. Un modesto cataletto e pochi frati per l’accompagnamento dalla casa alla Chiesa.
Raccomando a coloro che vorranno onorare la mia memoria, l’opera santa della lotta contro la
tubercolosi.
Roma 4 gennaio millenovecentodiciassette – 1917
Tito Canovai
Approvo le cancellature comprese nel tratto tra i due segni “f “ Mio nipote Giuseppe Canovai, allorché entrerà in possesso di tutta la eredità : vale a dire
alla morte, che auguro lontanissima, di mia moglie, dovrà soddisfare al versamento di lire Diecimila, nette da tassa, a ciascuno dei figli, maschi e femmine, di mio fratello Odoardo e di mia sorella
Adele maritata Forza.
Roma 9 maggio 1921
Tito Canovai
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