STRADE DELLA ROMA PAPALE

PASQUINATE - I

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Quando abbiamo eseguito le foto di Piazza Pasquino (2011) abbiamo trovato, intorno alla statua omonima, un mare di biglietti con composizioni satiriche in versi che rispettano la tradizione ma che, in molti casi, si affidano anche ai “Socials”.
Ne riproduciamo qui una parte facendo la figura di editori di Pasquino nel XXI° secolo.

Piazza_Pasquino (5)

Piazza_Pasquino (11)

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Pur se son mezz’animale
e da tempo da qua strillo,
Fo l’AUGURIO mio PASQUALE
con la firma di quel GRILLO
non amato dai potenti
e dai lor sevi fetenti
Ciao GP (il Grillo Parlante)

Commento: L’autore “il Grillo Parlante” ha assunto, come pseudonimo, quello del Grillo di Pinocchio, parlante e dispensatore di saggi consigli al burattino di legno.
Note: Per “Potenti” si intende “Politici”; per “Servi fetenti” si intende quei giornalisti asserviti al potere.

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SCARAMMELLANDO
In Senato c’è GUZZANTI
pur da’ figli scaricato,
che peggior di tutti quanti
fa dell’anima mercato

Commento: Il sonetto si riferisce al giornalista-senatore Paolo Guzzanti e sottolinea il suo deplorevole passaggio da sinistra a destra dello scacchiere politico. Socialista all’inizio (PSI - 1970-1980), allo scioglimento di questo partito, conseguente allo scandalo di “Tangentopoli” è passato, nel 1994, al “Patto Segni”, formazione politica di centro destra di ispirazione liberale, per cadere tra le braccia del partito di Silvio Berlusconi, nel 2001, quando venne eletto Senatore di quel partito, il Popolo delle Libertà.
A questi radicali cambiamenti i figli di Guzzanti lo hanno politicamente lasciato solo, in quanto persone di orientamento politico costantemente a sinistra.
Note: “anima mercato” – fa mercato, vende, la propria posizione politica per vantaggio personale.

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L’ITALIETTA (1)

Pallone malato?
ci sono tifosi
che fanno quadrato:
con toni furiosi
e di vento pieni,
ci bloccano treni.

I taxi son rari?

Ci bloccan le strade
questi tassinari:
qualcuno si chiede
perché men frequenti
saranno i clienti?

In sede europea
è certo men cara
la farmacopea.
Perché non s’impara
a render men magno
il farma-guadagno?

18.07.06    G.P.

Commento: Il governo di centro-sinistra in carica, nel momento in cui è stato scritto il sonetto, è quello di Romano Prodi (2006-2008) e la Giunta comunale, pure di centro-sinistra, è quella di Walter Veltroni. Il sonetto tratta di tre argomenti diversi.
Nella prima strofa si parla del Campionato di Calcio (“Il Pallone”), probabilmente, facendo riferimento alla retrocessione della Juventus in serie B, come pena da scontare in seguito alla condanna per corruzione subita da quella squadra nel processo definito “Scandalo di Calciopoli” che provocò pesanti reazioni delle tifoserie.
Nella seconda strofa si parla di Taxi e si fa riferimento alla reazione dei tassisti al decreto 248/06 del ministro per lo Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani tesa all’aumento del numero delle licenze e quindi dell’offerta di più taxi sul mercato. Si verificarono scioperi selvaggi (non preannunciati) di tassisti e due giornalisti furono picchiati.
Nella terza strofa: Si fa riferimento allo stesso decreto Bersani richiamato nella seconda strofa, ma, questa volta, ricordando gli effetti sul commercio dei medicinali. Il decreto dava un nuovo ordinamento per la vendita dei farmaci al dettaglio, dando facoltà di vendita libera per i farmaci che non richiedessero una prescrizione medica e nuove disposizioni per fissarne il prezzo al dettaglio. La denuncia del sonetto è che in Italia i farmaci costano di più che nel resto d’Europa.

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PADRONEDITOR

L’editor, re di danari
della carta sua stampata,
malmigliora tant’affari
con la stampa precariata:
“VECCHI, NUOVI GIORNALISTI
STATE SEMPRE ZITTI, TRISTI
15.11.06 (il Grillo Parlante)

Commento: Probabilmente il sonetto si riferisce alla distribuzione della “Proprietà dei Giornali” che risulta essere concentrata piuttosto in mano a gruppi economici che ad editori di “mestiere”. Il “Padroneditor”, anche se non è esplicitamente citato, potrebbe essere il gruppo Agnelli. Nella seconda parte del sonetto si mette in dubbio l’indipendenza dei giornalisti nella determinazione della linea politica del giornale, rispetto agli editori.

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DICORUINA

PACSeggiando piano piano
Prodi fa la buon’azione
d’ascoltare il Vaticano
per far sì che nell’Unione
pure se si dice DICO,
si rimanga nell’antico.
28.02.07  G.P. (il Grillo Parlante)

Commento: Il titolo del sonetto ricorda il disegno di legge, presentato dal governo di Romano Prodi, chiamato “DICO” (DIritti e doveri delle persone stabilmente COnviventi) e il presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) del momento Camillo Ruini.
Nel sonetto, il Grillo Parlante critica la “dipendenza” del governo italiano dal “Vaticano” e sottintende che la legge DICO, pur avendo l’aria di essere innovativa sia stata ampiamente adattata per ridursi ad un testo accettato dalla CEI nella persona del suo presidente.

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ER CIARVELLONE

Pe demolì li beni culturali,
abbasta che ce metti CICCIOBELLO:
butta li sordi pe fa li DIritti e doveri delle persone stabilmente COnviventi,
ma doppo NUN FUNZION…
5/4/07 Pasquinotto

Commento: Il sonetto è monco nel finale. Il riferimento è a Francesco Rutelli, detto “Cicciobello”, vice presidente del Consiglio e ministro dei Beni e attività culturali del governo di Romano Prodi. Potrebbe però riferirsi a Prodi che ha messo Cicciobello ai beni culturali “pe’ demolì” e che ha introdotto il DITO senza risultati pratici…

7

LA PENSATACCIA

Rutelli, che nun cià certo payura
de fasse vede ner teleggiornale
mò te minestra puro la cultura-
alora lo vedemo, menomale
che dar terazzo, là, der vittoriano
se crede quasi d’esse soprumano-
si da lassù se vede mejo Roma
sor cicciobello strilla co calore
- arimovenno ggià tutta la chioma-
che vole mette puro l’ascenzore.
nun è che co sta scusa quer fichetto
ce fa salì sortanto cor billetto

Commento: Sempre criticando Francesco Rutelli, come ministro dei Beni e attività culturali, ne ridicolizza l’aspetto fisico “arimovenno ggià tutta la chioma” e l’atteggiamento “se crede quasi d’esse soprumano”. In fine fa riferimento ad un ascensore messo in opera al Vittoriano, sperando che Rutelli non faccia pagare il “billetto” ai visitatori del monumento.

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LA PENSATACCIA

Rutelli, che nun cià certo payura
de fasse vede ner teleggiornale
mò te minestra puro la cultura-
alora lo vedemo, menomale
che dar terazzo, là, der vittoriano
se crede quasi d’esse soprumano-
si da lassù se vede mejo Roma
sor cicciobello strilla co calore
- arimovenno ggià tutta la chioma-
che vole mette puro l’ascenzore.
nun è che co sta scusa quer fichetto
ce fa salì sortanto cor billetto

Commento: Sempre criticando Francesco Rutelli, come ministro dei Beni e attività culturali, ne ridicolizza l’aspetto fisico “arimovenno ggià tutta la chioma” e l’atteggiamento “se crede quasi d’esse soprumano”. In fine fa riferimento ad un ascensore messo in opera al Vittoriano, sperando che Rutelli non faccia pagare il “billetto” ai visitatori del monumento.

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RUTELLECCHILO!

RUTELLI, CICCIO BER MARGHERITINO,
S’È FATTO VEDE LÀ SUR VITTORIANO
‘NDOVE CHE STRILLA DE NUN FA CASINO,
SI TU DA LUI TE SENTI PIÙ LONTANO,
PE VIA CHE MINESTRANNO, COR SU CORE
MO TE FA METTE PURO L’ASCENZORE
MA PROPRIO IERI C’ERA SUR GIORNALE
NA NOTIZIA PE LUI STUPEFACENTE:
AR CULISEO, PE NUN CAPISSE MALE,
SE FERMA L’ASCENZORE CO LA GENTE
E PE TIRALLI FORA – SEMO SERI _
CE SO VORZUTI PURO LI POMPIERI.
PARE CHE QUER MACELLO D’ACCIDENTE
TE L’HA VORZUTO PROPRIO L’ASCENZORE
PE FA CAPÌ CHE NUN JE VA PE’ GNENTE
DE VEDÉ CICCIO QUANNO FA L’ATTORE
CHE PE’ FREGÀ NER VOTO L’ELETTORI,
T’ADDOPRA – PENZA! – PURO L’ASCENZORI
25/9/2006   Pasquinotto

Commento: Ancora critiche per Francesco Rutelli. Questa volta per l’ascensore installato al Colosseo che, per un disguido tecnico, aveva intrappolato un certo numero di visitatori, per liberare i quali si rese necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco.

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