Il cardinale Fazio Giovanni Santorio (1447-1510), che l’aveva acquistato quella canonica nel 1489 per farne il proprio palazzo a Roma, fu costretto da Giulio II (Giuliano Della Rovere - 1503-1513), che l’aveva fatto cardinale nel 1505, a cederla a suo nipote, Francesco Maria Della Rovere, duca d’Urbino (1490-1538) che fece realizzare il magnifico cortile, attribuito al Bramante (1444-1514). Nel 1601, Clemente VIII (Ippolito Aldobrandini – 1592-1605) fece acquistare il palazzo al nipote, cardinale Pietro Aldobrandini (1571-1621). Nel 1647, per il matrimonio tra Olimpia Aldobrandini (1623-1681) e Camillo Francesco Maria Pamphili (1622-1666), il palazzo divenne proprietà della famiglia Pamphili che fece rinnovare la facciata (1660) su piazza del Collegio Romano, forse attribuibile ad Antonio del Grande (1625-1671) e, tra il 1731 e il 1734, la facciata principale, in Via del Corso, attribuita all'architetto Gabriele Valvassori (1683-1761). Nel 1671, un altro matrimonio, celebrato nel palazzo, tra Anna Pamphili (1652-1728) e Giovanni Andrea Doria Landi (1653-1737), portò a l’unione delle due casate (romana e genovese). Nel 1743, Camillo Doria Landi Pamphili (?-1760) , edificò la parte prospicente via del Plebiscito, tra il 1743 e il 1744, servendosi dell’architetto Paolo Amati (?-?). Nel 1760, con la morte di Girolamo Pamphili (1678-1760), principe di San Martino al Cimino e Valmontone, si estinse la famiglia Pamphili e il palazzo passò ai Doria che assunsero anche il cognome della dinastia estinta, in modo che il palazzo si chiama oggi Palazzo Doria-Pamphili, ed è tuttora di loro proprietà. Il lato su via della Gatta è dell’architetto Andrea Busiri Vici (1818-1911).
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