All´abbandono della prima (1560 circa) una cappella fu consacrata ai due Santi, nella seconda. Le due chiese sono citate in un documento (962) di Giovanni XII (Ottaviano dei Conti di Tuscolo - 955-963) che riguarda l´elenco delle proprietà del monastero di San Silvestro in Capite. La chiesa di Sant´Ippolito e Cassiano, non è più citata dal 1566 e sembra che al suo posto sia sorta (primi del XVII secolo) una casa di proprietà dei padri Serviti di San Marcello. La superstite chiesa di Sant´Anastasio (Anastasio I, papa dal 399-401) fu parrocchia, in particolare dei palazzi pontifici del Quirinale, tanto da conservare i precordi dei Papi, fino a Leone XIII (Vincenzo Gioacchino Pecci – 1878-1903). Pio X (Giuseppe Sarto – 1903-1914) mise fine a questa tradizione. Nel 1613, fu affidata la parrocchia ai padri di San Girolamo, della Congregazione fiesolana, detti Gesuati, in provenienza dalla chiesa di San Salvatore de Cornutis, demolita per la costruzione del Quirinale e del palazzo Pallavicini-Rospigliosi. I Gesuati, avendo ricevuto una dovuta autorizzazione di acquistare delle case adiacenti, da Paolo V (Camillo Borghese – 1605-1621), intrapresero, tra il 1640 e il 1646, i lavori di costruzione di una nuova chiesa e dell´annesso convento, servendosi dell´architetto Gaspare De Vecchi (?-1643). Il cardinale Giulio Mazzarino (1602-1661), che potrebbe aver finanziato anche i lavori precedenti, nel 1646, dette inizio alla edificazione della facciata, per opera di Martino Longhi il giovane (1602-1660). In realtà il cardinale, che era impegnato come primo ministro di re Luigi XIV in Francia, delegò Paolo Maccarani (?-1666), come suo rappresentante esecutivo, il banchiere Filippo Valenti per la parte economica e dell´abbate Elpidio Benedetti (1609-1690) per le questioni artistiche, fu infatti quest´ultimo a designare il progettista della facciata in Martino Longhi. Alla morte del Longhi, la facciata mancava delle quattro statue del coronamento e di due bassorilievi ai lati dell´ingresso, che non furono più realizzati. Nel 1668, Clemente IX (Giulio Rospigliosi – 1667-1669) soppresse l´Ordine dei Gesuati, cui subentrarono i Chierici Regolari Minori, detti Caracciolini, che vi rimasero fino al 1839, tranne il periodo dell´occupazione francese, che li espulse dal convento e dalla chiesa, cui fecero ritorno solo nel 1815. I Caracciolini, sotto Pio VII (Barnaba Nicolò Chiaramonti – 1800-1823), restaurarono la chiesa, tra il 1815 e il 1818, modificando l´abside rettangolare del Longhi, rendendola come si vede oggi, modificando l´altare maggiore e il presbiterio. Nel 1839, la chiesa passò dai Caracciolini ai Camilliani, che vi si trasferirono da Santa Maria in Trivio e che operarono ancora un restauro nel 1850. Dal 1910 la chiesa non fu più una parrocchia. Nel 1935, i Camilliani furono sostituiti dai Cistercensi. Nel 2002, Papa Giovanni Paolo II concesse la chiesa alla Chiesa Ortodossa Bulgara, che vi rimase fino al 2014, per poi spostarsi a S. Paolo alla Regola. La chiesa oggi è legata a quella di Santa Maria in Via, tenuta dai padri Serviti. (Vedi via di S. Vincenzo - Trevi)
|