Posta all’angolo tra piazza Barberini e via Sistina (sull’angolo di Palazzo Soderini) la piccola fontana doveva assolvere il compito di abbeverare i cavalli e, per questo, era tributaria delle acque di ritorno della fontana del Tritone (che, recintata, offriva acqua potabile). La fontana delle Api, di marmo lunense, era formata da una grande conchiglia bivalve aperta che sulla cerniera aveva posate tre api che gettavano acqua per riempire la vasca inferiore. Sulla valva verticale il Bernini fece iscrivere la scritta: VRBANVS VIII PONTIFEX MAXIMVS/FONTI AD PVBLICVM VRBIS ORNAMENTVM /EXSTRVCTO/SINGVLORVM VSIBVS SEORSIM COMMODITATE HAC/CONSVLVIT/ANNO MDCXLIV PONT XXI (Urbano VIII Pontifex Maximus, dopo aver costruito una fontana per l'ornamento pubblico della città, costruì anche questa piccola fontana per essere utile ai privati cittadini nell'anno 1644, ventunesimo del suo pontificato). Nel 1880, la piccola fontana, che impediva la circolazione sull’angolo di via Sistina, fu smontata e messa a deposito dal Comune di Roma. Nel 1915, si decise di riposizionarla, sempre in piazza Barberini, ma in angolo con la via Vittorio Veneto. La mancanza di molte parti dell’antica fontana, o perché deteriorate dal tempo o perché perdute nei depositi del comune, impedì la ricostituzione della fontana originale per cui fu necessario, su disegno del Bernini, commissionare allo scultore Adolfo Apolloni (1855-1923) la riedizione della fontana in travertino. Questo materiale si rese disponibile dalla demolizione della Porta Salaria (1871), avvenuta per i danneggiamenti troppo importanti dovuti ai tiri dell’artiglieria piemontese durante la presa di Roma nel 1870.
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