La chiesetta fu concessa all’Università (corporazione dei mestieri) e, quindi, alla Confraternita (sodalizio religioso) dei Barbieri da papa Eugenio IV (Gabriele Condulmer – 1431-1447) nel 1443, mentre le Regole e le Costituzioni della Confraternita furono approvate nel 1497 da Sisto IV (Francesco Della Rovere – 1471-1484) con il concorso del cardinale Guglielmo d’Estouteville (c.1403-1483). La Confraternita che si era riunita, già nel 1440, nella chiesa di San Pantaleo Affine (che fu demolita per la costruzione di San Giovanni Battista dei Fiorentini), passò a San Lorenzo in Damaso, quindi a San Giacomo degli Spagnoli in piazza Navona, per approdare nella chiesa della Santissima Trinità in via Filonardi (oggi via dei Barbieri). Il mestiere dei Barbieri consisteva, all’epoca, oltre che nel normale taglio di barbe e capelli, anche in prestazioni legate alla sanità pubblica e privata, chiamate di “Bassa chirurgia”. I Barbieri praticavano il “Salasso” cavando il sangue per mezzo di Sanguisughe o Ventose, usavano i ferri chirurgici, guidati dalla mano dei medici, secondo i segni indicati sulla pelle dei pazienti e castravano, oltre le bestie, quei ragazzi che i previdenti genitori destinavano a rimanere “voce bianca” per il teatro e per la cappella Sistina. Nel 1622, di fronte alla degradazione della chiesa e della sede della Confraternita, i Barbieri le riedificarono e consacrarono la chiesa ai Santi Cosma e Damiano che, per via dell’aspetto “sanitario” del mestiere, erano i loro Santi protettori. Ancora tra il 1722 e il 1724, la chiesa fu ricostruita, sembra su disegno del capomastro Cesare Carnevali, ed è quella che vediamo oggi. Nel 1801, papa Pio VII (Barnaba Niccolò Chiaramonti – 1800-1823) soppresse le Università (corporazioni), per legge dello Stato Pontificio, liberalizzando il commercio. L’Università dei Barbieri risorse, per breve tempo, nel 1840, grazie al cardinale Mario Mattei (1792-1870), ma soprattutto a Gaetano Moroni (1802-1883) che era stato il barbiere dell’abbate Mauro camaldolese di San Gregorio al Celio, divenuto papa con il nome di Gregorio XVI (Bartolomeo Alberto Cappellari - 1831-1846). Nel 1870, per decreto del nuovo Stato Italiano, molti complessi religiosi furono espropriati, così come il nostro che fu abbandonato e la chiesa sconsacrata, come molte piccole chiese a Roma in quel periodo. Nel 1873, l’Arciconfraternita divenne “Collegio dei Parrucchieri” e trovò una sua collocazione definitiva in via Frattina. Nel 1888, per l’apertura di via Arenula, fu demolita la chiesa di Sant’Elena dei Credenzieri che ospitava l’“Arciconfraternita di Gesù Nazzareno”. Questa si vide assegnare la sua nuova sede nella nostra chiesa dei Santi Cosma e Damiano, che fu chiamata, per un po’ di tempo, di Sant’Elena in memoria di quella distrutta da cui proveniva l’Arciconfraternita che, nel 1896, le cambiò il nome (1896) in chiesa di Gesù Nazzareno.
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