La chiesa sarebbe stata citata in una Bolla (perduta) di Giovanni XIX (Romano dei Conti di Tuscolo - 1024-1033) che concedeva al monastero alcuni beni sulla Via Portuense e in un’altra di Celestino III (Giacinto Bobone Orsini – 1191-1198) , del 1192, che fa seguito alla creazione di un monastero di suore Benedettine, patrocinata da un gruppo di nobili, di nome Graziano, Gregorio, Domina Rosa (da cui uno dei predicati della chiesa ) e Imilla. Si pensa che, nel XIII secolo, la chiesa sia stata ristrutturata e trasformata a tre navate (come riportato sulla pianta di Roma del Bufalini – 1551). Alla fine del XV secolo la chiesa e il convento versavano in condizioni assai precarie a causa del loro lento abbandono. Paolo III (Alessandro Farnese – 1534-1579), nel 1536, confidò il complesso a Ignazio di Loyola (1491-1556) che, insieme a Gaetano Thiène (1480-1547) e ai cardinali Federico Cesi (1500-1565) e Gian Pietro Carafa (1476-1559), aveva fondato “la Compagnia delle Vergini Miserevoli di Santa Caterina della Rosa”, attraverso la quale soccorrere le ragazze (vergini) figlie di cortigiane (prostitute). Fu istituito, per questo un conservatorio che insegnasse alle “vergini” un mestiere, attraverso il quale sfuggire all’ambiente di provenienza, nella speranza di un matrimonio o di un ingresso in un convento. Paolo IV (Gian Pietro Carafa - 1555-1559), cofondatore da cardinale, ne approvò gli statuti nel 1558. La situazione del convento e della chiesa, insieme alla sua limitata capacità d’accoglienza, fecero si che la Compagnia delle Vergini, coadiuvata dai mezzi messi a sua disposizione dal cardinale Federico Cesi, suo cofondatore, decise di costruire un nuovo convento e una nuova chiesa adatti alla loro opera. Nel 1559, fu incaricato dell’opera Guidetto Guidetti (+1564) (la sua firma è stata ritrovata sulla facciata della chiesa), discepolo di Michelangelo Buonarroti, il quale portò a termine i lavori nel 1564, mentre i lavori del campanile, che fu ricavato sui resti di una torre di epoca medievale, terminarono molto più tardi, nel 1597. La chiesa fu consacrata il 18 novembre del 1565, alla presenza del cardinale Benedetto Lomellini (1517-1579). La nuova chiesa, a navata unica e presbiterio rettangolare, fu orientata verso via dei Funari e fondata su un precedente insediamento di case di epoca medievale (i cui resti sono ancora visibili nell’interrato della sacrestia). Il suo contatto con la precedente chiesa è solo marginale, anche se ha mantenuto la dedicazione a Santa Caterina d’Alessandria. Il nuovo predicato, “dei Funari”, si riferisce alla presenza dei fabbricatori di corde che svolgevano la loro attività nelle vicinanze, probabilmente negli spazi liberi del Teatro di Balbo, dove le corde venivano tese. Le pietre tombali dell’antica chiesa vennero spostate nella nuova, così come le reliquie dei SS Martiri Saturnino, Sisinio e Romano. Il conservatorio, nel 1558, non ospitava più le figlie delle “cortigiane” ma piuttosto ospitava ragazze “oneste” di condizione povera. Il cardinale Antonio Barberini (1607-1671), ampliò il conservatorio nel 1638, affidato alle suore Agostiniane che vi rimasero fino al 1870. La chiesa ha mantenuto la sua fisionomia intatta, mentre il conservatorio, soppresso dopo il 1870, fu demolito, nel 1940, durante il periodo fascista.
|