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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via_Giulia-Palazzo_posseduto_da_Raffaello_Santio_al_n_85

Il terreno, di 217 canne e mezza (una canna romana - 1,99 metri), era chiamato “agli orti di San Biagio”, ed era circondato dalle vie chiamate ancora oggi Giulia, Cimatori, Palle, e da un vicolo, allora senza nome (oggi ancora vicolo delle Palle).
Raffaello morì il 6 aprile 1520 e non poté, quindi, aver abitato in questo palazzo, perché questo non esisteva ancora.
In realtà, Raffaello, nel 1520, lasciò nel suo testamento questo terreno diviso in due: una parte di 117 canne al suo amico Antonio di San Marino, orefice, ed una seconda parte, di 100 canne, a suo cugino Giovanni Antonio Battiferro.
Antonio di San Marino costruì, su una parte del terreno, due case, che vendette a Paolo Panizzari librario, il quale le rivendette al notaio Giulio Ferrino (il n. 43) e l’altra al calderaro Bernardo (il n. 42).
La parte restante fu venduta, nel 1525, dalla vedova di Antonio da San Martino, Faustina Federici, per 19 canne, all’architetto Bartolomeo de Ramponibus, detto l’Ambrogino che vi costruì il palazzo che vediamo oggi e, le rimanenti 18 canne, a  Domenico de Furnis, il quale, similmente, vi fabbricò casa che passò poi alla sua vedova, Lucrezia del Pilis.
La sopraelevazione, sopra il cornicione, risale al 1863, così come dice la falsa scritta sull’architrave delle finestre.

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