Il cardinale Giovanni Battista Altieri (1589-1654), elevato al cardinalato nel 1643, in previsione dell’anno giubilare 1650, dette incarico a Giovanni Antonio de Rossi (1616-1696) di costruire un palazzetto prospicente la piazza del Gesù, in luogo di alcune case medievali di proprietà (“tutte in rovina” e “puntellate”) che, in quell’epoca, ancora caratterizzavano il tessuto urbano del Rione. I lavori del palazzetto, che si limitava alla parte prospicente la piazza del Gesù, terminarono nel 1655, un anno dopo la morte del cardinale. Nel 1670, il cardinale Emilio Altieri (1590-1676), dopo un anno di cardinalato, fu eletto papa con il nome di Clemente X (1670-1676). Nell’anno della sua elevazione a Pontefice, all’età di 80 anni, non avendo discendenti maschi diretti, al fine di procrastinare il nome degli Altieri, adottò Gaspare Paluzzzi Albertoni (1650-1720) che fece sposare l’anno seguente con sua nipote Laura Caterina Altieri (1636-1720). L’esigenza di una residenza adeguata al nuovo rango della famiglia, convinse il nuovo papa a richiamare Giovanni Antonio De Rossi (1616-1696) al fine di ampliare ed abbellire il palazzo del cardinale Giovanni Battista. Il progetto di Giovanni Antonio de Rossi previde due ampliamenti del nucleo originale, uno dietro il “palazzetto” fino a via di S. Stefano del Cacco e l’altro, sulla destra del “palazzetto” fino a via degli Astalli. A coadiuvare il papa nel seguire la seconda parte dei lavori fu il cardinale Paluzzo degli Albertoni che assunse il nome Altieri quando (1670) venne adottato da Clemente X, divenendo il “cardinal nepote” Paluzzo Altieri degli Albertoni. Dopo la morte di Clemente X, i lavori continuarono sotto la guida di Gaspare Paluzzi ma, dopo qualche mese, Giovanni Antonio De Rossi lascia il cantiere, per divergenze intervenute con la direzione di Gaspare Paluzzi, e viene sostituito dall’omonimo Mattia de Rossi (1637-1695) che già lo affiancava da qualche anno come architetto “soprastante” e “misuratore”. Mattia de Rossi, allievo del Bernini, portò a termine i lavori, dal 1776 al 1779, eseguendo lavori di completamento e di decorazione architettonica. Il palazzo, ancora proprietà degli Altieri, è sede della Associazione Bancaria Italiana e, negli spazi già occupati dalla servitù, ospita appartamenti privati che hanno visto il passaggio di personalità di spicco, tra cui Anna Magnani e lo scrittore Carlo Levi.
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