Via della Botteghe Oscure (R. IX - Pigna; R. XI - Sant’Angelo) (da via di San Marco a via Florida)
Chiamata nel medioevo “ad apothecas obscuras”, “Porticus obscurae” per le botteghe allocate dentro i ruderi del circolo Flaminio [1]
In antico, il tracciato della via coincideva con il “vicus Pallacinae” (via San Marco e via delle Botteghe Oscure) nel quale erano stati i balnea Pallacinae [2] ed al loro posto stava la basilica di S. Marco fondata, si dice, dal Pontefice Marco (336), negli ultimi anni dell’impero di Costantino.
Si giungeva cosi` al lungo Circo Flaminio che cominciava a sinistra [3]; la strada passava sotto i porticati laterali dello stesso, e questi nel medioevo erano detti “le botteghe oscure”.
Frattanto, seguitando sempre a sinistra, si perveniva ad un punto chiamato “Cypressus” (non si sa che fosse) e poi si arrivava ai due portici di Pompeo che formavano ad oriente la continuazione del “theatrum Pompei”, subito dopo il cipresso a sinistra.
Una iscrizione ci rivela che gli imperatori Arcadio (395-408) e Onorio (395-423) avevano, con restauri, procurata la conservazione del teatro pompeiano, cosa che fece anche il re dei Goti Teodorico (493-526).
Il Teatro di Pompeo, costruito nel 55 a.C., era stato, in Roma, il primo teatro in pietra ciò che era contrario all’idea che si aveva allora: si pensava che un teatro stabile fosse impossibile e pericoloso al buon costume.
Pompeo (106-48 a.C.) ovviò a questo, erigendo in vetta al suo edificio un tempio a “Venus victrix” in modo che i sedili erano i gradini del tempio. A questo si aggiunsero poi altri piccoli templi decorativi, come quelli di “Felicitas” e “Honos virtus”.
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[1] ) Attualmente è accertato si tratti dei ruderi del Teatro di Balbo. sotto i cui portici “oscuri” si trovavano dei calciaiuoli (galgarari) che gettavano nelle calcare (galgare) “pezzi di marmi e di travertini presi dalle fabbriche rovinate” per preparare la calce, mentre, altri fornici del circo erano occupati da cardari di panni.
[2] ) Questo tipo di pubblici esercizi, presso i Romani, erano per lo piu` collegati; e “balneum” vale spesso anche “popina” (ristorante), "thermopolium” (bar), "caupona” (albergo), “hospitium” (albergo), “taberna vinaria”, e “lupanar”(Casa chiusa). Per il pubblico che li frequentava essi godevano pessima fama. Furti, risse, ricetto di persone di malaffare e prostituzione apertamente esercitata, come si rileva dai conti di albergatori e da numerosi autori antichi. (Cicerone "PROSEX- ROSCIO AMERINO ORATIO": "…occiditur ad balneas Pallacinas rediens a cena Sex- Roscius.").
[3] ) Leggasi Teatro Balbo. Sotto i palazzi Guidi (Piazza Paganica 13) e Mattei (Piazza Mattei 17) vi sono 5 o 6 tramezzi del lato lungo settentrionale del Teatro.
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