Da allora la piazza è rimasta sgombera da ogni costruzione, mentre gli spalti dello stadio sono stati occupati progressivamente (nel XV secolo erano ancora visibili tratti di gradinata) all’inizio, già dall’VIII-X secolo, da cappelle (due: Sant’Agnese e Sant’Andrea dei monaci di Farfa) e semplici abitazioni, poi da chiese e palazzi fino all’epoca barocca, completando il coronamento della “platea” divenuta piazza. L’uso di questo spazio restò immutato fino al XVI secolo, ospitando giochi di atletica, gare e giochi popolari, cui la gente assisteva dalle gradinate residue (che scomparirono nei primi anni del XVI secolo). Queste feste sono state immortalate da numerosi quadri (oggi al museo di Palazzo Braschi). Tra queste vanno ricordate quella del 1473 per festeggiare il matrimonio di Girolamo Riario (1443-1488) con Caterina Sforza (1463-1509), figlia di Galeazzo Maria Sforza (1444-1476), duca di Milano; quella del 1492 che celebrava la vittoria degli Spagnoli sui Mussulmani con la conquista Granada; quella del 1634 con la Giostra del Saracino realizzata dal cardinale Antonio Barberini (1607-1671) per la venuta a Roma del principe Alexander Carl Wasa di Polonia (1614-1634) per la quale il cardinale spese 30000 scudi e quella del 1729, in occasione della nascita di Luigi Ferdinando di Borbone (1729-1765) delfino di Luigi XV (1715-1774), re di Francia. C’è poi da ricordare, all’epoca di Innocenzo X, l’allagamento ricorrente di piazza Navona (volontario e ben regolamentato) che avveniva sfruttando la conformazione della piazza, leggermente concava, chiudendo gli scarichi presso San Giacomo degli Spagnoli e lasciando che l’acqua tracimasse dalla fontana centrale, per permettere alle carrozze dei nobili di organizzare delle vere e proprie “sfilate” nell’acqua ed al popolo di divertirsi (per qualche piacevole descrizione vedi Allagamento di piazza Navona). Sisto IV (Francesco Della Rovere – 1471-1484) fece livellare la piazza in vista dell’anno giubilare 1475. Nel 1477, il cardinale camerlengo Guillaume d'Estouteville (1403-1483) designò piazza Navona come mercato alimentare settimanale (il mercoledì), in tandem con quello del Campidoglio (il sabato) e, nel 1485, la piazza fu pavimentata con “ammattonato”. In conseguenza del mercato, l’autorità capitolina, nel 1570, dispose la costruzione di due fontane agli estremi della piazza, per i bisogni del mercato ed una centrale per l’abbeveraggio del bestiame. Le vasche vennero edificate tra il 1574 e in 1576, su disegno di Giacomo della Porta (1532-1602), ma, mentre quella dal lato di via della Cuccagna venne realizzata solo con i tritoni, senza la statua centrale, quella a Nord, dal lato di Tor Sanguigna, rimase allo stadio della sola vasca (e lo resterà fino al 1878). Con il compimento dei grandi palazzi, specialmente nel lato Sud della piazza, Innocenzo X vietò il mercato quotidiano e le attività del mercato settimanale vennero regolamentate (così come quelle dei negozi circostanti) al fine di salvaguardare, non solo l’aspetto igienico sanitario della piazza, ma anche quello del decoro urbano. L’idea di Innocenzo X di fare della piazza lo scenario del suo palazzo prese corpo con la realizzazione della Fontana dei Quattro Fiumi, al centro della piazza, eseguita su disegni di Gian Lorenzo Bernini (1958-1680), tra il 1647 e il 1651, e con il completamento di quella del Moro, a Sud della piazza (dalla parte di via della Cuccagna), per la quale venne realizzata la statua centrale del “Moro” nel 1654. La fontana a Nord della piazza, dalla parte di Tor Sanguigna, fu completata, sempre su disegni di Giacomo della Porta, solo nel 1878, quando furono realizzati i cavalli marini, le Naiadi e la statua centrale del Nettuno.
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