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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Piazza di San Pietro in Vincoli - Chiesa

il quarto la stessa aula adattata, forse da Sisto III (432-440), a “titulus apostolorum”, la cui consacrazione sarebbe avvenuta nel 439.
Quando Licinia Eudossia (422-493), figlia di Teodosio II (408-450) imperatore d’oriente e moglie di Valentiniano III (425-455) imperatore d’occidente, fece dono, a papa Leone I (440-461), delle catene che Erode Agrippa (39-44 d.Ch.) avrebbe usato per San Pietro a Gerusalemme, si rese necessaria una ristrutturazione ed un potenziamento del “Titulus”, al cui finanziamento avrebbe concorso lo stesso imperatore Teodosio II.
Da quel momento e sempre più frequentemente, il “Titulus apostolorum” venne anche chiamato “San Pietro in Vincoli”.
Restano ancora visibili le aperture del “Titulus”, del IV secolo, dal chiostro con le piccole finestre che illuminavano le navate laterali ed i tre archi, ingresso laterale, forse destinato alle cerimonie battesimali, mentre sono nascoste dal portico le cinque grandi aperture in controfacciata.
Nel 533, vi fu eletto papa Giovanni II (Mercurius – 533-535).
Seguirono opere di restauro da parte di Adriano I (772-795), cui sembra potersi attribuire la costruzione delle due absidi delle navate laterali, di Leone III (795-816), Stefano IV (816-817) e Gregorio IV (818-844).
Nel 560, Pelagio I (556-561) vi trasferì le reliquie dei fratelli Maccabei in un sarcofago che fu ritrovato nel 1876, dietro l’altare della confessione.
Nel 1073, vi fu eletto papa Gregorio VII (Ildebrando Albertesci di Soana - 1073-1085), il quale decretò ufficialmente il cambiamento della dedica della basilica a San Pietro in Vincoli.
Nel secolo XIII fu rifatto il mosaico absidale.
Durante il periodo dei papi in Avignone (1309-1376), la basilica degradò pesantemente e solo nel 1448, il cardinale Nicola de Cusa (1401-1464) iniziò un’opera di restauro che proseguì sotto Sisto IV (Francesco della Rovere – 1471-1484), fino a Giulio II (Giuliano della Rovere - 1503-1513).
Nel 1475, sotto Sisto IV, fu edificato il monastero (a sinistra e a destra della basilica, su via Eudossiana - vedi) ed introdotti, alla guida della basilica, i Canonici Lateranensi (fondati da Martino V, nel 1421) che la tengono ancora.
Giulio II, nominato cardinale titolare da Sisto IV, restaurò  il monastero e fece costruire, da Baccio Pontelli (1450-1494),  il chiostro ed il portico [già progettato da Meo del Caprina (1430-1501), nel 1475, per papa Sisto IV] in stile rinascimentale tardo quattrocentesco, quando Giuliano della Rovere era già cardinale titolare della basilica.
Nel 1578, il cardinale Antoine de Grandville (1517-1586) fece elevare d’un piano il portico ed il chiostro.

Alla fine del XVII secolo, Francesco Fontana (1668-1708) fu incaricato di restaurare la basilica e di eseguirne la decorazione, in particolare del soffitto, quale la vediamo oggi.
Nel 1873, anche per questa basilica, ed in particolare per il monastero, è intervenuto il sequestro dei beni da parte dello Stato Sabaudo, passato poi allo Stato Italiano.
Nel 1885, la parte destra del monastero, su via Eudossiana, fu demolito e fu costruita, al suo posto, la Facoltà di Ingegneria, per opera dell’ingegnere Enrico Guj (1841-1905). Il progetto fu portato a termine dall’ingegnere Giovanni Battista Milani (1876-1940), nel 1925.
Tra il 1875 e il 1877, fu rifatto il pavimento della basilica in marmo.

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