Del Tempio, che era al centro del podio, non ne è restata traccia. Il Tempio fu danneggiato nell’incendio del 64 sotto Nerone (54-68) che riadattò il lato meridionale a ninfeo (vedi via Claudia - Monti) e ne fece uno scenario di giochi d’acqua visibile dalla sua “domus aurea” (le condotte d’acqua che passavano dietro la facciata del ninfeo sono ancora visibili). La storia successiva del Tempio non è nota ma si sa che l’imperatore Vespasiano (69-79) lo restaurò e, più tardi, l’altopiano, convenientemente recintato, conteneva le belve che erano destinate ad alimentare gli spettacoli nell’anfiteatro Flavio (Colosseo), all’epoca dell’imperatore Diocleziano (81-96). Nel V secolo, l’imperatore Gioviano (363-364) fece costruire la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo nelle immediate vicinanze della piattaforma del Tempio di Claudio. Il monastero ed il campanile furono costruiti sulla piattaforma del Tempio di Claudio prossimo alla chiesa e, più tardi, monastero e campanile furono riuniti alla chiesa da un passaggio a ponte che scavalcava l’antica via che li separava e che dal Clivo di Scauro andava, costeggiando il Tempio di Claudio, verso il Colosseo. Il monastero si espanse, nel tempo (XII-XIII sec.), sopra al ponte e su tutta la platea del Tempio di Claudio (vedi nell’album “La Basilica di S Giovanni e Paolo – Esterno” – Monti). Si è poi scoperto che, al di sotto del podio, sussiste un esteso sistema di cunicoli, dovuti ad attività di scavo che risalgono al IV secolo a.Ch., che intercettano delle ampie sale che, con lo scorrere delle acque, formano dei piccoli laghi. Si è poi individuato un vero e proprio corso d’acqua che proviene dalla basilica di San Clemente, che, passando per il Colosseo, si sarebbe poi gettato nel Tevere. Il getto d’acqua della fontana ancora funzionante nei sotterranei della chiesa di San Clemente è una prova della permanenza di questo flusso d’acqua (vedi piazza di San Clemente, l’album “Secondo livello case romane (I sec.) e Mitreo” – Monti).
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