Via Torquato Tasso (R. XV – Esquilino) (da viale Manzoni a via Domenico Fontana)
In questa via sono stati individuati i "castra priora” [1] degli "equites singulares", corpo di milizia scelta dell'imperatore, creato da Nerva (96-98) [2] e soppresso da Diocleziano (284-305), i quali avevano un loro proprio sepolcreto sulla via Labicana.
Nominati tra i sudditi di province straniere, erano di primo rango, dopo i pretoriani, dotati armature ricche ed eleganti, ed un servo ciascuno.
Raddoppiati di numero sotto Settimio Severo (193-211), in seguito allo scioglimento dei pretoriani, ebbero i "castra nova" (pur conservando i "castra priora”), individuati dov'è adesso la basilica di San Giovanni in Laterano. Settimio distinse il corpo in due gruppi, comandati ciascuno da un tribuno, assumendone egli stesso il diretto comando. Sono anche stati segnalati ruderi romani di muratura e su di essi una torre medievale con ricostruzioni posteriori.
Tristemente nota, alla fine della seconda guerra mondiale, per aver avuto, al n. 145, il luogo di reclusione e tortura per oltre 2000 antifascisti molti dei quali caddero fucilati a Forte Bravetta o uccisi alle Fosse Ardeatine. Oggi ospita il Museo storico della liberazione.
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[1] I resti dei “castra priora equitum singularium” furono rinvenuti, nel 1885-1889 sul Celio, tra viale Manzoni e via Domenico Fontana, insieme a numerose iscrizioni di dedica a diverse divinità che dovevano essere ospitate nel santuario della caserma.
[2] Nerva sostituì i "custodes corporis Augusti", che avevano il sepolcreto fra le due Aurelie, con gli "equites singulares".
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