Via Torquato Tasso (R. XV – Esquilino) (da viale Manzoni a via Domenico Fontana)
In questa via sono stati individuati i “castra priora” [1] degli “equites singulares”, corpo di milizia scelta dell’imperatore, creato da Nerva (96-98) o Domiziano (81-96) [2], rinforzata da Traiano (98-117) e soppresso da Costantino I (306-337), i quali avevano un loro proprio sepolcreto sulla via Labicana “ad duas lauros”.
Nominati tra i sudditi di province straniere, erano di primo rango, dopo i pretoriani, dotati di armature ricche ed eleganti, ed un servo ciascuno.
Raddoppiati di numero sotto Settimio Severo (193-211), in seguito allo scioglimento dei pretoriani, ebbero i “castra nova” (pur conservando i “castra priora”), individuati dov’è adesso la basilica di San Giovanni in Laterano. Settimio distinse il corpo in due gruppi, comandati ciascuno da un tribuno, assumendone egli stesso il diretto comando. A via Tasso sono stati segnalati ruderi romani di muratura e su di essi una torre medievale con ricostruzioni posteriori.
Tristemente nota, alla fine della seconda guerra mondiale, per aver avuto, al n. 145, il luogo di reclusione e tortura per oltre 2000 antifascisti molti dei quali caddero fucilati a Forte Bravetta o uccisi alle Fosse Ardeatine. Oggi ospita il Museo storico della liberazione.
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[1] I resti dei “castra priora equitum singularium” furono rinvenuti, nel 1885-1889 sul Celio, tra viale Manzoni e via Domenico Fontana, insieme a numerose iscrizioni di dedica a diverse divinità che dovevano essere ospitate nel santuario della caserma.
[2] Nerva sostituì i “custodes corporis Augusti”, che avevano il sepolcreto fra le due Aurelie, con gli “equites singulares”.
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