Via del Bufalo (R.III - Colonna - R.II - Trevi) (da via Poli a via Sant'Andrea delle Fratte)
Già via “Chiavica del Bufalo”, da una cloaca così chiamata perché prossima all’antico palazzo della famiglia “del Bufalo” [1], del quale faceva parte un orto appartenente ai figli di Giacomo Palombara [2]. Da orto fu trasformato in giardino [3] del palazzo [4], e ceduto poi all’umanista Angelo Colacci, notaio della Camera Apostolica, abbreviatore pontificio e vescovo di Nocera, che vi convocava gli amici a banchetto e a recitar poesie. Traccia di questa attività è rimasta la lapide murata sull’attuale fontana (?) che dice: “Huius ninpha loci, sacri custodia fontis – Dormio dum blandae sentio murmur aquae – Parce meum, quisquis tangis cava mormora – somnum – Rumpere, sive bibes, sive lavere tace”.
Sono oggi scomparse sulla facciata del palazzo le pitture di Polidoro da Caravaggio e Maturino da Firenze (1527), graffiti e chiaroscuri, e così pure nell’interno affreschi di Taddeo Zuccari e statue classiche. Resta un fregio zuccaresco con lo stemma di Innocenzo X del quale fu madre Flaminia del Bufalo.
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[1] ) Nel 1484, Pietro e Francesco del Bufalo furono imprigionati a Castel S. Angelo per avere, il loro fratello Dionigi, occupato, con le armi, Monticelli che si era arresa alla Santa Sede, 19 anni prima.
[2] ) Della Famiglia Savelli.
[3] ) Così lo definì l’Aldovrandi (1556) “un così deliziosetto bel luogo tal che ogni lieto e gentil spirito vi vivrebbe una quieta e felice vita”.
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