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Il Liber Pontificalis ci informa che prima della chiesa, esisteva una diaconia con un piccolo oratorio dedicato a San Cyro o Acyro, che dava assistenza ai poveri ed ai pellegrini, il quale risalirebbe ai tempi di papa Anastasio I (399-401), mentre dice che fu Gregorio III (731-741) a costruire la chiesa con un’abside e tre navate. Dagli scavi, eseguiti nel 1861-1866, si è ritrovata l’antica chiesa e si è visto che questa occupava lo stesso spazio della presente, fino al transetto attuale che fu aggiunto dal Capriani, con l’abside nel 1591. Nel 1459 si costituisce una “Confraternita di Sacerdoti Regolari”, sotto l’invocazione dei SS Pietro e Paolo [croce rossa con intercalate quattro “S” (Sacro Sancta Sacerdotum Societas)]. La confraternita offrì una campana alla chiesa nel 1525 (che fu rimpiazzata nel 1654). Nel 1540, Paolo III (Alessandro Farnese – 1534-1549), ispirato da Sant'Ignazio di Loyola (1491-1556), introdusse alla guida dell’opera “la Pia Opera degli Orfanelli”, che eresse ad Arciconfraternita, detta di “Santa Maria della Visitazione degli Orfani”, da cui la chiesa venne chiamata “Santa Maria della Visitazione”. Paolo III ricostruì la casa degli orfani, nella quale furono accolti ragazzi e ragazze, le quali, però, vi restarono solo quattro anni e poi, cresciute di numero, furono collocate ai SS Quatro Coronati (Vedi Via dei Santi Quattro - Monti). La Confraternita dei Sacerdoti Regolari fu assegnata (1540) alla chiesa di Santa Barbara dei Librari, poi, nel 1595, spostata, di nuovo, a Santa Lucia alle Botteghe Oscure. Nel 1591, il cardinale Antonio Maria Salviati (1537-1602), protettore dell’istituto degli orfani, ampliò la casa aggiungendovi il collegio a lui intitolato, riservato a quegl’orfani che avessero inclinazione allo studio. Terminati i lavori del collegio ed essendo titolare della diaconia, incaricò Francesco Capriani da Volterra (1535-1594) di rifondare la chiesa che si trovava in condizioni di avanzato degrado. Con la morte del cardinale Salviati (+1602), i lavori restanti di abbellimento degli interni e della facciata, di cui era terminato solo il primo piano, restarono incompiuti. Paolo V (Camillo Borghese – 1605-1621), nel 1610, stabilì che il Senato di Roma offrisse alla chiesa un calice d’argento, il giorno della festa della Visitazione: il 31 maggio di ogni anno. Rimasta la chiesa incompiuta, ci furono numerosi interventi per migliorarne l’aspetto interno, come quello del cardinale Girolamo Vidoni (1581-1632), che, nel 1626, fece erigere a sue spese una cantoria con organo; quello di Stefano Ugolini, patriarca di Costantinopoli (1667-1681), che rifece l’altare maggiore, su disegno di Mattia de Rossi (1637-1695) e fece affrescare l’abside da Giovanni Battista Buonocore (1643-1699) e, alla sua morte, lasciò i suoi beni agli orfani. Finalmente la facciata fu ultimata nel 1774 da Pietro Camporese (1726-1781) e la chiesa fu consacrata, nello stesso anno da Giovanni Ottoboni, arcivescovo di Nazianzo, il quale sigillò, sotto l’altare maggiore, le reliquie dei SS martiri Emiliano, Felicissimo e Fortunato. Nel 1806, Pio VII (Barnaba Niccolò Chiaramonti – 1800-1823) concesse alla chiesa il fonte battesimale. Nel 1826, Leone XII (Annibale Clemente della Ghenga – 1823-1829) impose alla chiesa la direzione dei padri Somaschi, che l’hanno tuttora. Nel 1845, un incendio distrusse gran parte degli abbellimenti dell’interno e, tra il 1861 e il 1868, la chiesa fu interamente restaurata dall'architetto Gaetano Morichini (? -1895), che ridisegnò completamente gli ornamenti interni, poiché l’incendio e l’umidità avevano staccato e distrutto quelli precedentemente eseguiti. Nel ripulire i sotterranei, furono risistemate le sepolture e fu possibile ritrovare le forme della chiesa, costruita dal cardinale Salviati, prima del rifacimento del pavimento dell’intera chiesa.
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