Nel 1566, infatti, Pio V (Antonio Michele Ghislieri - 1566-1572) impose al Comune di destinarlo a serraglio delle cortigiane “de lume” o “de candela” e quelle “di minor sorte” (vedi piazza di Monte d’Oro - Campo Marzio). Il monumento era composto dal busto del defunto incorniciato con la lapide che ne rimane la sola superstite. Infatti, nel 1820, anche il busto del Baronino fu trasportato nella Protomoteca Capitolina mentre la lapide originale fu spostata pił volte nella chiesa “ad Martires”. L’affollamento di memorie di artisti nel Pantheon era veramente intenso se, nel 1597, Flaminio Vacca (1538-1605), scultore, aveva chiesto, senza ottenerlo, lo spostamento del monumento del Baronino per sostituirlo con il suo. (fonte: A. L. Genovese, Monumenta: Memoriali di Artisti nelle Chiese di Roma, Roma 2024)
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