Peruzzi fu il primo ad esservi sepolto e le fonti (Giorgio Vasari, Filippo Baldinucci) ci confermano che le sue spoglie furono poste accanto a quelle di Raffaello, sotto la statua della Madonna del Sasso (vedi Pantheon – Sant’Eustachio). La lapide dedicata al Peruzzi fu posta a destra dell’edicola della Madonna del Sasso, sotto quella dedicata alla fidanzata di Raffaello, Maria Francesca Bibbiena nipote del cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena (1470-1520). Ce ne informa Pirro Ligorio (1513-1583), architetto ed archeologo, nella sua opera “Antichità di Roma” (1567-1568) dove afferma: “nelli fianchi dell’altare pria ristaurato, dove è la bella figura di marmo della santissima Vergine col Figliuolo in braccio bambino, sono le intitulazioni delli sudetti ristauratori quivi appiedi sepulti, di Raphaele e di Baldassare.” La lapide del Peruzzi scomparve probabilmente in occasione dei lavori promossi dal cardinale Nicola Del Giudice (1660-1743), nei primi anni del XVIII secolo, tesi ad uniformare lo stile architettonico del Pantheon. In realtà la lapide fu solo spostata su di un lato della cappella del Sacramento (dove è oggi sepolto Umberto I e la regina Margherita di Savoia)e dimenticata. Nel 1820, quando, per un mal interpretato ordine di Pio VII (Barnaba Niccolò Chiaromonti - 1800-1823), fu rimossa la quasi totalità delle lapidi e dei busti di artisti che si erano accumulate nel tempo, forse anche la lapide del Peruzzi fu tolta probabilmente in pezzi come quella di Raffaello o, forse nel 1833, quando si procedette alla ricognizione della salma di Raffaello. Nel IV centenario della nascita di Baldassarre Peruzzi, degli istituti di cultura senesi sollevarono il problema della lapide perduta ed espressero il desiderio di poterla ricollocare nel Pantheon facendone domanda (1903-1904) alla Soprintendenza ai Monumenti di Roma che, dopo lunghe discussioni sulla data di nascita da incidere sulla lapide ed avendo stabilito il marmo come materia della medesima, approvò il progetto. Passò del tempo e fu necessario ottenere il rinnovo della licenza nel 1921 per poter procedere alla messa in opera della lapide che fu posta sul lato sinistro dell’altare di S. Agnese (dove si trova tuttora). Sopra la lapide sussisteva una nicchia ovale vuota che indusse le associazioni senesi a chiedere il permesso di inserire un busto del Peruzzi sopra la sua lapide, così come era stato fatto per Raffaello nell’edicola contigua della Madonna del Sasso. Il permesso fu concesso dal Sovraintendente Antonio Muñoz (1884-1960) e il monumento a Baldassarre Peruzzi fu inaugurato il 28 gennaio 1923. Il busto del Peruzzi è opera colata in bronzo da Fulvio Corsini (1874-1938) dal busto in marmo, realizzato nel 1854, dal senese Giovanni Duprè (1817-1882) che si era a sua volta ispirato ad un disegno della Biblioteca Comunale di Siena. (fonte: A. L. Genovese, Monumenta: Memoriali di Artisti nelle Chiese di Roma, Roma 2024)
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