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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Piazza_del_Popolo-Chiesa_di_S_Maria_del_popolo-Monumento_del_pittore_Franz_Catel-1857

FRANCISCO CATEL FRIDER F BEROLINEN
PICTORI EGREGIO EQVITI AQVILA BORVSSIACA
IN PRAECIPVA PER EVROPAM ARTIFICIVM COLLEGIA COOPTATO
ET IN BEROLINENSI PICTVRAE TRADENDAE DOCTORI
QVI
VT INDIGENTIB GERMANIS ET INGENVAR ARTIVM CVLTORIB ITALIS
SVBSIDIA PARARET
PECVNIAM EIS MVTVAM GRATVITAM EX SVBSTANTIA SVA
DARI TESTAMENTO IVSSIT
MARGARITA VXOR CVM LACRYMIS

PIVS VIXIT AN P M LXXVIII
DECESSIT XIV CALEN IANVAR AN MDCCCLVII

A Francesco Catel figlio di Federico berlinese, pittore egregio, cavaliere dell’Aquila Prussiana, cooptato nei collegi artistici d’Europa e in particolare maestro della pittura da trasmettere ai berlinesi, il quale affinché fossero predisposti sussidi per i tedeschi meno abbienti e per i gli italiani cultori delle nobili arti, ordinò nel testamento che le proprie sostanze fossero date in mutua gratuità. La moglie Margherita piangente. Visse piamente all’incirca 78 anni, morì il quattordicesimo giorno alle calende di gennaio dell’anno 1857 (19 dicembre 1856).

Segue testo:

Nel 1814, Catel abiurò la sua religione e si fece cattolico per sposare Margherita Prunetti figlia di Michelangelo Prunetti, letterato. Si inserì molto bene nella società romana, frequentando intellettuali, artisti e nobili e, in questo contesto, raggiunse un notevole successo economico tanto da stabilire in piazza di Spagna la sua dimora (1825), dove il Comune di Roma porrà una lapide a ricordo, nel 2016.
Francesco Catel morì nel 1856 senza figli e nel suo testamento lasciò la metà dei suoi beni ad una fondazione benefica, la Fondazione Catel, a beneficio degli artisti bisognosi tedeschi ed italiani. L’altra metà, ereditata dalla moglie Margherita Prunetti, sarà lasciata da lei alla medesima Fondazione, nel suo testamento, nel 1874.
Il monumento dedicato dalla moglie al marito defunto fu concepito dall’architetto tedesco Otto Cornill (1824-1907), mentre l’erma fu scolpita, nel 1857, dallo scultore tedesco Julius Troschel (1806-1863).
L’epitaffio fu concepito da Francesco Cerroti (1806-1887), bibliotecario della biblioteca Corsiniana ed dell’Alessandrina e da Cesare Buti avvocato (cugino del Troschel), dietro richiesta dell’avvocato Giuseppe Alessandri, esecutore testamentario.
(fonte: A. L. Genovese, Monumenta: Memoriali di Artisti nelle Chiese di Roma, Roma 2024)

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