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obbligandoli a mantenerla in proprietà degli Zuccari, con vincolo fidecommissario (il vincolo che rende un bene inalienabile e indivisibile) ed il Casino per l’accoglienza di giovani artisti. Gli eredi disattesero il testamento (in considerazione dei lavori di costruzione non ancora terminati e per i debiti che Federico aveva contratto per la costruzione della casa) e vendettero (1614) la casa a Marcantonio Toscanella e a sua sorella Lucida, che si divisero l’edificio: Il primo la “Casa grande”, la seconda il “Casino”. É importante ricordare che nel testamento di Lucida Toscanella (1619) si lasciava il “Casino”, in assenza di eredi, all´arciconfraternita della SS. Annunziata e alla Chiesa dei SS. Quattro Coronati, Marcantonio fece sopraelevare la casa di due piani servendosi dell´opera di Girolamo Rainaldi (1570-1655). Per sentenza del tribunale della Sacra Rota (1651), che aveva annullata la vendita ai Toscanella, rifacendosi al vincolo fidecommissario, gli eredi Zuccari rientrarono in possesso dell´insieme dell´edificio (1659), tranne del piano terreno della “Casa grande” che andò a Costanza Toscanella, figlia di Marcantonio. Nel 1561, in assenza di eredi Toscanella, l´arciconfraternita della SS. Annunziata e la chiesa dei SS. Quattro Coronati reclamarono e ottennero il possesso del “Casino”, in osservanza del testamento di Lucida Toscanella. L´erede di Costanza Toscanella, suo marito: Girolamo Curzio Clementini, nel 1667, si era visto confiscare la “Casa grande”, sempre a favore dell´arciconfraternita della SS. Annunziata e la chiesa dei SS. Quattro Coronati. Il suo erede, Girolamo Curzio Clementini junior, che l´aveva riacquistata (1676), onde evitare ulteriori complicazioni giudiziarie, vendette (1692) il piano terra della “Casa grande” a Francesco Nazzari (1634-1714) che lo abitò fino alla sua morte. La regina Casimira di Polonia (1641-1716), vedova di Giovanni III Sobieski, arrivò a Roma, con il suo seguito nel 1700 e fu, temporaneamente ospitata dagli Odescalchi, a piazza SS. Apostoli, ma già nello stesso anno aveva collocato parte della sua corte nei piani superiori di palazzo Zuccari, presi in affitto. Sempre più affittando e evacuando gli abitanti, quasi manu militari, sotto la protezione del Papa (Clemente XI, Albani), ebbe disponibile: il casino Torres, di fronte a palazzo Zuccari sulla via Sistina confinante con Villa Malta e l´intero palazzo Zuccari (tranne il piano terra della “Casa grande” che era occupato da Francesco Nazzari che si rifiutò categoricamente di lasciarlo), Casimira fece eseguire molti lavori di adattamento, forse da Filippo Juvara (1678-1736), come: Il portichetto del “Casino”, su piazza della SS. Trinità de´ Monti, che lo fece chiamare da allora “Il Tempietto”; Un ponte di legno, passante sopra via Sistina, per collegare il palazzo Zuccari con il casino Torres, chiamato poi “Ponte della regina” e demolito nel 1799; Un piccolo teatro che operò dal 1704 al 1714, nel quale si tennero molte opere di Domenico Scarlatti, musico della corte, . In quell`anno la regina Casimira ripartì per la Francia, dove morì due anni più tardi. Nel 1714, la casa, costituta da un solo appartamento tra “Casino” e piani superiori della “Casa grande” (il piano terra essendo sempre occupato dagli eredi Nazzari), oltre al giardino Torres , fu affittata al card. Carlo Maria Marini (1667-1747). Alla morte del cardinale, gli Zuccari rientrarono nel godimento della casa, abitandola in parte ed affittandola per il resto. Ma già dal 1688 i proprietari dell´edificio non abitarono più la casa, ma la affittarono ad artisti e stranieri in visita a Roma (oltre che alla regina Casimira Sobieska dal 1700 al 1714). Risiedettero così nella casa numerosi noti personaggi come: Johann Joachim Winckelman (1717-1768), Joshua Reynolds (1723-1792), i Nazzareni, Louis David (1748-1825), Salomon Bartholdy (1779-1825), Thomas Patch (1725-1782), Laurent Pcheux (1729-1821), Simon Vierpyl (1725-1810), Francis Harwood (1727-1783), Joseph Wilton (1722-1803), Solomon Delane (1727-1812), John Trotter (+1792), Ozias Humphry (1742-1810), Alexander Day (1751-1841), James Nevay (1730-1811), David Allan (1744-1796), Pietro Labruzzi (1739-1805), Vincenzo Pacetti (1746-1820), Johann Friedrich Overbeck (1789-1869), Peter Cornelius (1783 –1867), Wilhelm Schadow (1789 –1862), Philipp Veit (1793 –1877), ed altri. Nel piano terra della “Grande casa”, invece, abitarono sempre i Nazzari, da Francesco ad Alessandro, suo nipote, che, nel 1818, affittò la casa a Gaspare Gabrielli (1770-1828) e famiglia che vi restarono fino al 1830. Nel 1829, gli Zuccari, per aver acquistato anche il piano terra della “Casa grande”, dai Nazzari, rientrano in possesso dell´intero palazzo, tranne il “Casino” che era rimasto proprietà della confraternita dell´Annunziata. Nel 1877, la confraternita vendette il “Casino” agli eredi Zuccari che ritornano in possesso dell’intera proprietà. Nel 1904, gli eredi Zuccari vendettero la proprietà ad Henriette Hertz (1846-1913) che la ampliò facendo costruire sul giardino della casa un palazzo di tre piani e vi fondò l’istituto della Kaiser-Wilhelm-Gesellschaft per lo studio dell’arte italiana di età rinascimentale e barocca, poi divenuto la Biblioteca Hertziana. Alla sua morte lasciò l’edificio allo Stato Tedesco, che lo possiede ancora e al quale è stato aggiunto, nel 1967, il palazzo contiguo degli Stroganoff.
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