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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via_Capo_le_Case-Monasteri_S_Giuseppe (2)

Nel 1598, nacque la primitiva chiesa di San Giuseppe a Capo le Case, come cappella di un cenobio (visibile nella carta di Giovanni Maggi del 1625)  di suore Carmelitane Scalze Teresiane (che seguivano la regola di S. Teresa d’Ávila) fondata dal padre Francesco Soto de Langa (1535-1619), cantore e compositore, per concessione di Clemente VIII (Aldobrandini – 1592-6059),
Nel monastero, annesso alla chiesa, si ricordano sette cappelle, rappresentanti sette chiese di Roma che, poste nel giardino,  per decreto papale, permettevano alle suore Carmelitane di effettuare la tradizionale “visita”, iniziata da S. Filippo Neri, rispettando la loro clausura.
Nel 1628, il protettore dell’ordine (nominato nel 1607), il cardinale Marcello Lante (1561-1652), fece ristrutturare chiesa e monastero.  Quest’ultimo  prospettava via Capo le Case (oggi via Francesco Crispi) per una lunghezza doppia di quella attuale, se si pensa che il portone occupava allora una posizione centrale. La proprietà del monastero arrivava in via Zucchelli, dove si affacciavano una serie di case appartenenti alle suore Carmelitane.
Notevole è la Scala Santa, realizzata, ad immagine di quella lateranense, da Tommaso Mattei (1680-1718), allievo del Bernini.
La permanenza delle suore si protrasse fino al 1932, tranne un intervallo tra il 1805 e il 1813, quando ne furono allontanate dalla prima Repubblica Romano-Napoleonica.
Con Roma capitale, parte del monastero fu destinata ad ospitare una “Scuola Normale Femminile”, ma l’esproprio dovette sormontare il carattere extraterritoriale del luogo, detenuto dalle autorità spagnole.
Nel 1873, un decreto divise la proprietà tra le suore ed un “Museo d’Arte Industriale”.
Al convento rimase la parte lungo via Zucchelli fino al 1932, quando, per l’insicurezza nella stabilità degli edifici, le suore furono obbligate ad abbandonare definitivamente i luoghi.
Dal 1933 al 1936 la chiesa rimase incustodita e, alla fine, fu affidata alla Confraternita del Preziosissimo Sangue che, a sua volta, era stata scacciata dall’oratorio che era stato edificato su uno dei templi repubblicani ai lati di San Nicola in Carcere. La Confraternita fece realizzare le stazioni della “Via Crucis” di cui una metà sono opere del ‘700 romano.
Nel 1939, iniziò la demolizione degli edifici pericolanti in via Zucchelli, ma i lavori furono sospesi per il sopraggiungere del secondo conflitto mondiale.
Oggi, quello che resta del convento è sede del Museo d’Arte Contemporanea e Moderna del Comune di Roma.

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