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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via_XX_settembre-Chiesa_di_S_Maria_della_Vittoria

Sisto V (Felice Peretti – 1585-1590), nel 1587, fece costruire l´Acquedotto Felice, la cui mostra si trova di fronte alla chiesa, e per la quale la chiesa prese anche il nome di San Paolo alla Fontana Felice.
Fu dunque sotto Paolo V (Camillo Borghese – 1605-1621) che nel 1607, i Frati Carmelitani scalzi, acquistata la chiesa ed i terreni circostanti, intrapresero la costruzione di una nuova chiesa e di un collegio che potesse ospitare il noviziato dell´ordine.
Nello scavare la fondazioni, venne alla luce una bellissima statua romana, “l´Ermafrodito dormiente”.
Il cardinale Scipione Borghese (1577-1633), accanito collezionista, offrì di finanziare i lavori della chiesa in cambio del possesso di quella statua. I frati accettarono di buon grado ed iniziarono i lavori nel 1608, servendosi dell´opera di Carlo Maderno (1556-1629), cui si aggiunse, dopo il 1624, Giovanni Battista Soria (1581-1651) per la facciata.
Una grande ed insperata vittoria, in occasione della battaglia della Montagna Bianca (presso Praga), nella guerra dei trent'anni, [che vide una temporanea vittoria (1620) delle truppe della lega cattolica, cappeggiate dall´Imperatore Ferdinando II (1619-1637), su quelle protestanti, condotte da Federico V del Palatinato (1619-1620)], ebbe effetti determinanti sulla chiesa, allora di San Paolo, tra cui il cambiamento della dedicazione.
Durante quella battaglia, un frate carmelitano scalzo, Domenico di Gesù Maria (1559–1630), armato di un quadro dell´adorazione della nascita di Gesù, profanato dal nemico, e portandolo sul petto legato con uno spago al collo, andava in mezzo ai combattenti pregando la Madonna per la vittoria.
La vittoria fu totale ed il monaco, con il quadro, si recò a Roma per donarlo al Papa.
Posto in Santa Maria Maggiore fu poi destinato alla chiesa di San Paolo alla Fonte Felice, che per questo cambiò il suo nome in Santa Maria della Vittoria.
Numerosi furono allora gli interventi di case regnanti, con l´invio di reliquie o con fondi per il completamento della chiesa e, soprattutto, con la presa in carico delle cappelle laterali dalle famiglie nobili che ne assicuravano il protettorato.
Vi furono inoltre depositati i vessilli strappati al nemico nella battaglia della Montagna Bianca fino alla vittoria sui turchi a Vienna (1683), con ogni tipo di reperti bellici.
Durante l´occupazione francese (1798-99) la chiesa fu completamente spogliata e non vi rimase più nulla di prezioso.
Nel 1833, la chiesa andò a fuoco. La parte più colpita fu il presbiterio, che perse i suoi affreschi e, soprattutto l´immagine dell´adorazione della Natività del frate Domenico di Gesù Maria, che i frati sostituirono prontamente con una copia proveniente dalla Germania.
Nel 1873, il convento fu confiscato dallo Stato Italiano e solo una piccola parte fu restituita ai frati Carmelitani scalzi, per i bisogni di gestione della chiesa.
In scavi recenti,  sotto il monastero dei Carmelitani scalzi, divenuto, nel 1885, Istituto Regio Geologico, è stato possibile reperire manufatti di grande importanza che hanno scatenato una serie di ipotesi sugli strati sottostanti il monastero.
Risulterebbe   che   già  nell´VIII  sec.  a.Ch.,  la  zona  era  utilizzata  come  necropoli,  poi  (VIII  e  VI sec. a.Ch.) divenne luogo di centri abitativi, ed, in seguito (IV-II sec. a.Ch.), fu arricchita dalla costruzione di un tempio, di cui si sono trovate le mura perimetrali e che potrebbe essere legato al tempio di Quirino, perché ipotizzato essere quello della consorte Hora. Le discussioni sono in corso e le ipotesi potranno forse essere confermate negli anni a venire.

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