La regola scelta da Francesca Baglioni fu quello delle suore della Visitazione, fondata da San Francesco di Sales (1567-1622), che Paolo V (Camillo Borghese – 1605-1621) aveva approvato sotto la regola di Sant’Agostino. In seguito lo stesso papa inviò tre suore del convento dedicato a Maria Maddalena, sul Quirinale (demolito nel 1886), domenicane, perché anche nel convento di S. Maria all’Umiltà venisse applicata la regola di San Domenico. La chiesa realizzata consisteva in un semplice ambiente rettangolare, con due altari, il primo con una pala di Francesco Nappi (1565-1630) raffigurante una “Natività” e la seconda pala era costituita da un’icona della “Madonna dell’Umiltà“ del Perugino (1448-1523). Le due pale sono andate disperse. Tra il 1641 e il 1646, la comunità religiosa procedette alla costruzione di una nuova chiesa, lasciando la primitiva ad uso di cappella interna. L’architetto incaricato fu Paolo Maruscelli (1594-1649), che si avvalse dell’opera dello scultore Antonio Raggi (1624-1686). Il convento espanse il suo territorio fino ad occupare l’intero isolato da Via dell'Umiltà, Vicolo del Monticello, Piazza della Pilotta e Via dell'Archetto. Dopo l’occupazione francese del 1798-1799 ed il ristabilimento del Governo Pontificio, la proprietà del convento rivenne alla Congregazione di Propaganda Fide che, nel 1814, lo confidò, di nuovo ad una comunità di suore Visitatrici, in provenienza da Sant’Anna dei Falegnami. (vedi via di Sant’Anna - Sant’Eustachio). Nel 1849, la Repubblica Romana espulse le suore dal convento e, nel 1859, Pio IX (Giuseppe Maria Mastai Ferretti – 1846-1878) donò il complesso al Collegio Nordamericano, per istituirvi il seminario per i candidati al sacerdozio negli Stati Uniti. In questa occasione il complesso fu adattato alla sua nuova funzione, ad opera dell’architetto Andrea Busiri Vici (1818-1911), che lo ha ridotto allo stato attuale.
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