La chiesa mutò allora il suo nome con quello di San Luca, santo protettore dei pittori. Per iniziativa del pittore Girolamo Muziano (1532-1592), il 13 ottobre 1577, con Bolla di Clemente VIII (Ippolito Aldobrandini – 1592-1605) e sotto la protezione del cardinale Federico Borromeo (1564-1631), si costituì un’Accademia “del Dissegno in aiuto e indirizzo dè giovani studiosi, che nelle nobilissime professioni del Dissegno vogliono studiare Pittura, Scultura e Architettura”, con statuti che erano stati aggiornati rispetto a quelli della Compagnia dei Pittori che risalivano al 1478. Sisto V (Felice Peretti – 1585-1590), con Breve del 31 maggio 1588 affidò all’Accademia di San Luca la chiesa di Santa Martina, al Foro Romano, e ordinò la demolizione di quella di San Luca sull’Esquilino, per permettere l’estensione della sua villa. La chiesa di Santa Martina si chiamò allora “dei SS Luca e Martina. Il primo “Principe” dell’Accademia, eletto nel 1588, fi il pittore Federico Zuccari (1539-1609). L’importanza che l’Accademia aveva avuto nel tempo è testimoniata dai benefici e dall’interesse che i Pontefici le accordarono: Paolo V (Camillo Borghese – 1605-1621) concesse la facoltà di liberare un condannato all’anno (1606), Benedetto XIV (Prospero Lorenzo Lambertini – 1740-1458) affidò all’Accademia “l’Accademia del Nudo” che si era aperta in Campidoglio, Gregorio XV (Alessandro Ludovisi – 1621-1623), Urbano VIII (Maffeo Barberini – 1623-1644), Clemente X (Emilio Altieri – 1670-1676), Clemente XI (Giovanni Francesco Albani – 1700-1721), Pio VI (Giovanni Angelo Braschi – 1775-1799), Pio VII (Barnaba Niccolò Chiaramonti – 1800-1823) approvarono gli adattamenti degli statuti proposti dall’Accademia (ultimo aggiornamento 2005). Il simbolo dell’Accademia, che era in origine un’immagine di San Luca, è divenuto, nel 1704, un triangolo i cui lati sono costituiti da un pennello, una stecca e un compasso, accompagnati dal motto “Aequa Potestas”. Durante l’occupazione francese di Roma, tra il 1810 e il 1814, Napoleone I, per decreto del 1810, confidò all’Accademia l’insegnamento artistico pubblico, ciò che fu confermato da Pio VII al suo rientro a Roma. Leone XII (Annibale Clemente della Genga – 1823-1829), nel 1825, trasferì le attività didattiche per l’apprendimento dei giovani artisti nelle aule dell’Università della Sapienza, ma, nel 1845, con Gregorio XVI (Mauro Alberto Cappellari – 1831-1846) l’apprendimento fu concentrato nei locali del “Ferro di Cavallo”, opera dell’architetto Francesco Camporesi (1747-1831) a Ripetta (oggi vi è rimasta l’Accademia delle Belle Arti). Con il Regno d’Italia, l’Accademia fu spogliata dell’insegnamento pubblico delle Arti e rimase confinata nei locali di Santa Martina al Foro. Nel 1932, con l’apertura di via dell’Impero (oggi via dei Fori Imperiali) e la demolizione delle costruzioni che attorniavano la chiesa dei SS Luca e Martina, l’Accademia si trasferì a Palazzo Carpegna nel 1934, dove risiede tuttora.
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