RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton

STRADE DELLA ROMA PAPALE

Piazza_di_S_Marcello-Chiesa_di_S_Marcello_al_Corso-Monumento_Card_Giovanni_Michiel-1511 (3)

CARD S. ANGELI

EPI. AGIENSIS

IOANNI MICHAELIO PATRITIO VENETO EPIS. PORTVEN. S. ANGELI CARD/LI AC
PATRIARCHAE CONSTANTINOPOLI PAVLI II PONT. MAX. NEPOTI QVI IN REB. ARDVIS
SENATORIIS MAXIME ELOQUENTIA INTEGRITATE EMINENTIQ. INGENIO PRESTANS
AB INNOCEN. VIII IN CASTRIS CONTRA FERDINAN. NEAPOLITA REGEM LEGATVS
PACEM IN MAGNAM ITALIAE QUIETEM COMPOSVIT OBIIT ANNO MDIII DIE X
APRILIS AETATIS VERO SVAE ANNO LVII
ANTONIVS VRSVS VENETVS SECRETARIVS APOSTOL. EPS. AGIENSIS FAMILIARIS PIENTISS.
SICVTI FIDE AC SINGVLARI AMORE LATIVS SVAE VITAE TEMPORE ADSTITIT ITA ET IN MORTE
AB HAC SVA GRATISS. SVBIECTIONE INSEPERATVM SE VIDERI CVPIENS CONDITORIVM DOMINO SVO
SEQ. SUB ILLO TVMVLARI TESTAMENTO MANDAVIT QVI INNOCENT. VIII ALEX. VI PII III
IVLII II PONT REFERENDARIVS SVMMA INTEGRITATE DOCTRINA RELIGIONE
IVSTITIA VIXIT ANNOS LXXII DECESSIT XXVIII SEPT. MDXI
IACOBVS VRSVS FRATER BENEMERENTIBVS POS.

Segue testo:

La committenza del monumento funebre è dovuta ad Antonio Orso (+1511), di origini veneziane (Chioggia), vescovo di Agien (La Canea-Creta) dal 1481, referendario apostolico e segretario d’Innocenzo VIII e Alessandro VI, giunto a Roma al seguito di Pietro Barbo (Paolo II), nel 1440.
Il vescovo Orso, nel corso della sua carriera, aveva raccolto con passione 730 preziosi volumi di cui fece dono, alla sua morte, al monastero dei Servi di Maria, presso la chiesa di San Marcello al Corso (vedi “piazza di San Marcello – Trevi).
Orso è il personaggio sepolto disteso nella parte bassa del monumento sopra una quantità di libri che ricordano la sua passione e il suo bel gesto.
Ma soprattutto è l’intero monumento, ordinato al fratello Jacopo Orso per testamento, che testimonia del buon animo di questo personaggio nei confronti di suo zio e suo fraterno amico Giovanni Michiel (1446-1503) che, avvelenato (polvere canterella) dalla fazione papalina dei Borgia l’11 maggio del 1503, era stato portato dalla sua residenza, dove era morto, nella adiacente chiesa di San Marcello al Corso, di cui era cardinale titolare, e deposto in fretta in una semplice tomba terragna. Nel monumento funebre, Giovanni Michiel occupa la posizione superiore, dormiente, appoggiato sul gomito.
La storia di Giovanni Michiel, di nobile famiglia veneziana, nipote dal lato materno di Paolo II ( Pietro Barbo – 1464-1471), inizia con una carriera ecclesiastica rapidissima sviluppatasi a Roma al fianco dello zio Papa che lo nominò cardinale all’età di 22 anni (1468) con il  titolo di Santa Lucia in Septisolio, chiesa sul Palatino (tra il Settizonio e il Circo Massimo, all’epoca già in declino e scomparsa nel 1588) che il porporato lasciò dopo due anni per il titolo di Sant'Angelo in Pescheria, molto più importante e remunerativo.
L’aspetto economico è proprio quello sul quale è imperniata la carriera ecclesiastica del cardinale, con un cumulo impressionante di commende ed incarichi più o meno lucrosi.
Fu vescovo di Verona (1471), abate della pieve di Isola della Scala (1497), del monastero benedettino di Santa Trinità nella diocesi veronese, di quello benedettino di Tiana nella diocesi di Oristano (1473) e del monastero lagunare di S. Maria dei Crociferi a Venezia (1476). Nel 1486, fu nominato legato a latere delle Province del Patrimonio di San Pietro e dei castelli e delle fortezze della Santa Sede e fino al 1487 fu ispettore dell’armata papale durante la guerra contro re Ferdinando I di Napoli.
Nel 1491 fu titolare della sede di Albano, poi di Palestrina. Nel 1492, ottenne il vescovato di Porto e nel 1497, fu nominato patriarca latino di Costantinopoli.
Come cardinale elettore partecipò al conclave del 1471 per l’elezione di Sisto IV (Francesco della Rovere – 1471-1484), nel 1484 a quello per l’elezione di Innocenzo VIII (Giovanni Battista Cybo – 1484-1492) ed, in fine a quello del 1492, nel quale ebbe qualche possibilità di essere eletto ma che terminò con l’elezione di Alessandro VI (Rodrigo Borgia – 1492-1503) a cui il nostro cardinale dette il proprio voto in cambio della promessa di ottenere il vescovato di Porto ed altri benefici che poi ottenne.
Le sue origini e l’insieme della carriera fecero di lui uno dei cardinali più ricchi e più invidiati della curia romana. Era il momento in cui lo stile spregiudicato della famiglia papale faceva temere, a molti, eventuali azioni tese all’eliminazione di personaggi scomodi od alla conquista di pingui patrimoni. Molti omicidi erano intervenuti tra il 1501 ed il 1503 e molti personaggi di primo piano si erano sottratti alla latente minaccia papale allontanandosi da Roma.
Il cardinale Giovanni Michiel aveva invece deciso di rimanere a Roma, nella sua sede di San Marcello e fu proprio nella sua residenza che fu avvelenato l’11 maggio 1503. La Camera Apostolica ne incamerò i beni, non avendo il porporato provveduto alla sua eredità con un testamento.
Tre mesi dopo (il 18 agosto 1503)  moriva,  in circostanze mai chiarite, Alessandro VI ed il processo per la morte del nostro cardinale (1504) fu portato a termine con la condanna dell’esecutore materiale del delitto: il maestro di casa Asquino di Colloredo ed altri familiari che si erano dati alla fuga. Il colpevole fu decapitato il 16 marzo 1504 in piazza Campidoglio.
La salma del cardinale Giovanni Michel, abbandonata in una fossa di San Marcello al Corso (1503), fu riesumata e messa in onore, su richiesta del vescovo Antonio Orso morente nel 1511, a suggello di una parentela e di un’amicizia fraterna.

Blutop