A questo scopo, nel 1605, la Confraternita aveva acquistato due granai di proprietà dell’abbazia di Grottaferrata, nel luogo dove oggi sorge la chiesa, per edificarvi un oratorio. Il dono di un appezzamento di terreno adiacente, da parte della vicina casa Colonna, permise la costruzione oltre che di un oratorio (riservato ai sodali) anche di un santuario naturalmente dedicato alla Madonna del Carmine. Nel 1606, la Confraternita fu elevata ad Arciconfraternita per Breve di Paolo V (Camillo Borghese – 1605-1621). Il cardinale Odoardo Farnese presenziò all’inaugurazione del complesso nel 1623. Cento anni dopo (1724), l’Arciconfraternita decise di rinnovare il complesso e ne dette incarico a Giacomo Ciolli (+1734) che, morto nel 1734, non poté portare a termine l’incarico, per cui questo passò a Michelangelo Specchi (1684-1750) che eseguì i lavori della facciata della chiesa in tempo per l’anno giubilare del 1750. Nel 1763, l’Arciconfraternita della Madonna del Carmine, abbandonata la chiesa di San Martino ai Monti, sua primitiva sede, spostò definitivamente la propria sede nel complesso rinnovato. Nel 1772, a causa di un incendio partito dall’abitazione del cappellano, il complesso ebbe bisogno di un importante restauro che impegnò una parte importante dei capitali dell’Arciconfraternita, nonostante gli aiuti concessi dal Papa regnante, Clemente XIV (Giovanni Vincenzo Antonio Ganganelli – 1769-1774) e dal cardinale protettore Domenico Orsini d’Aragona (1719-1789). La nostra chiesa subì le conseguenze dell’occupazione militare francese del 1798. La sua riapertura fu nel 1801 ma, solo nel 1862, fu possibile il restauro della navata e del presbiterio ad opera dell’architetto Vincenzo Martinucci (+post 1880). La chiesa restò chiusa negli anni ’70 del XX secolo per ragioni economiche legate all’Arciconfraternita e riaprì nel 1984 grazie all’azione del suo Rettore, Monsignor Gianfranco Bella (1941-2016). Durante il restauro, fu riscoperta la dedica dell’altare sinistro a San Michele Arcangelo (oggi dedicato a Santa Teresa del Bambin Gesù) che era il protettore della Gendarmeria Pontificia. Infatti presso questo altare avvenivano le cerimonie religiose di quel corpo vaticano, nel XVII secolo. Nel 2007, un altro incendio devastò l’oratorio e la facciata della chiesa cui pose rimedio il restauro della facciata della chiesa, finanziato dalla Sovrintendenza Regionale alle Belle Arti, mentre l’Arciconfraternita provvide al ripristino dell’antico soffitto in legno dell’Oratorio e della pavimentazione originale. Dal 2022, la chiesa è stata affidata al movimento dei “Focolari”.
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