Sul luogo esisteva anche un Mitreo (II-III sec d.Ch.) ricavato da una preesistente cisterna romana, ma che fu scoperto solo nel 1936. Al cardinale Rodolfo Pio, succedettero gli Sforza che vendettero il fondo, nel 1624, ai Barberini. Per volere di Urbano VIII (Barberini – 1623-1644), e sotto la guida effettiva del cardinale Francesco Barberini (1597-1679), i lavori di costruzione del palazzo furono iniziati nel 1625, per opera di Carlo Maderno (1555-1629) cui si deve l´impianto del palazzo, con corpo centrale e due ali, assistito da Francesco Borromini (1599-1667) che, alla morte del Maderno, continua l´opera, realizzando le finestre, la facciata posteriore e la scala ovoidale a chiocciola, ma che, ben presto (1629), fu rimpiazzato da Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), architetto protetto da Urbano VIII. Il Bernini porta a termine i lavori nel 1633, avendo progettato la facciata principale (salvaguardando le finestre del Borromini) e lo scalone principale. Nel complesso era compreso anche un teatro, dal lato dell´attuale via Barberini, progettato e realizzato da Pietro Berrettini da Cortona (1596-1669) nel 1632. Esso restò in funzione, sempre come teatro privato, fino al 1642, poi, in occasione del matrimonio di Maffeo Barberini (1631-1685) con Olimpia Giustiniani (1641-1729), dal 1653 al 1656. I Sacchetti Barberini Colonna resteranno proprietari del palazzo fino al 1949, quando lo vendettero allo Stato Italiano. In precedenza, nel 1812, Carlo IV re di Spagna (1748-1819) ottenne da Napoleone di potersi trasferire da Marsiglia a Roma, dove abitò, nel palazzo Barberini, fino alla sua morte nel 1819. Tra il 1822 e il 1834, una parte fu affittata, dai Barberini, allo scrittore Bertel Thorvalsen (1770-1844) e nel 1934, un´altra parte, al Circolo Ufficiali delle Forze Armate fino al 1965. Quest´ultimo contratto, incluso negli obblighi dell’acquisto, impedì alle autorità italiane di costituire, nell´edificio, una Galleria d´Arte Antica (fondata nel 1895) che vide felicemente i suoi giorni solo nel 2005.
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