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Rimasero gli ospedali e gli ospizi delle Nazioni estere, delle Corporazioni (confraternite) e degli ordini ecclesiastici. ma la volontà di concentrare l’Assistenza in un solo luogo spinse Innocenzo XII (Pignatelli 1691-1700) a mettere in opera (1693) un ospizio per la gioventù abbandonata, seguendo il primitivo progetto di Innocenzo XI (Benedetto Odescalchi 1676-1689) su un terreno di quest’ultimo, subito dietro il Porto di Ripa Grande. Egli aveva incaricato, nel 1686, l’architetto Mattia de Rossi (1637-1695) di progettare un edificio destinato agli orfani della città. Innocenzo XII (Antonio Pignatelli – 1691-1700) incaricò Carlo Fontana (1638-1714) di terminare i lavori che si svolsero dal 1693 al 1701. Clemente XI (Giovanni Francesco Albani - 1700-1721) fece aggiungere, sempre dal Fontana, un edificio (dal lato di Porta Portese) con funzioni di carcere minorile. I lavori terminarono nel 1704. Anche la piccola chiesa di Santa Maria del Buon Viaggio (Nolli n. 1127) fu ricostruita inglobata nell’edificio carcerario, dal Fontana, entro il 1714. Tra il 1710 e il 1715, Carlo Fontana costruì un ospizio per anziani (Nolli n. 1130) e anziane (Nolli n. 1129) infermi e la chiesa relativa dedicata a Sant’Angelo (Nolli n. 1128), contigui alla primitiva Casa degli Orfani, dal lato dell’attuale via del Porto. Il Fontana fu sostituito da Niccolò Michetti (1675-1758) per la costruzione dell’ospizio per anziane inferme, i cui lavori terminarono nel 1717. Nel 1735, Clemente XII (Lorenzo Corsini - 1730-1740) fece aggiungere, di seguito, da Ferdinando Fuga (1699-1782), un carcere femminile, di fronte alla Porta Portuense. Nel 1790, Pio VI (Giovanni Angelo Braschi - 1775-1799) aggiunse un Conservatorio per Zitelle, dalla parte di Via del Porto. Nel 1835, la chiesa, iniziata da Carlo Fontana, per Clemente XI, e lasciata incompiuta, fu terminata da Gregorio XVI (Mauro Alberto Cappellari - 1831-1846), per opera di Luigi Poletti (1792-1869). Nella Casa dei Giovani, questi erano inquadrati dai Fratelli delle Scuole Pie. La Casa comprendeva spazi per manifatture artigianali, cui venivano assegnati gli ospiti in condizione di lavorare, come: lanificio, fabbrica della seta, fabbrica degli arazzi e stamperia. Un giudizio di Adone Palmieri (nato a Bevagna, nel 1807, dottore in filosofia, medicina e chirurgia, attivo tra il 1823 e il 1863) ci dice quanto questo accostamento fosse efficace, ancora nel 1862: “Vi si lavorano pure cotante altre cose di arti liberali e meccaniche, che in ogni anno nella solenne Festa, il dì 29 settembre, espongonsi, fra un grande concorso di gente alla pubblica esposizione; tal che San Michele vera scuola politecnica, è il più grande e magnifico istituto d'Europa, anzi nel suo genere, unico nel mondo». Nel 1871, acquisita dal Comune di Roma, le attività del San Michele cessarono, all’eccezione della parte carceraria minorile, che fu trasferita a Tor Marancia (1938), sotto il nome di Istituto Romano di San Michele. Il Riformatorio e l’ospizio per anziani rimasero attivi fino al 1972. Nel 1928 l’ospizio ospitò un’ottantina di vecchi veterani garibaldini che, nei giorni di festa nazionale, vestivano ancora la camicia rossa con i calzoni attillati blu e le medaglie appuntate sul petto. Il resto dell’edificio, già dopo la seconda guerra mondiale, ospitò numerosi sfollati e, in seguito, dei “senza tetto”, fino ad essere dichiarata inagibile, per mancanza di manutenzione. Acquistata dallo Stato italiano (1969) e restaurata (1973), ospita uffici delle Belle Arti.
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