I funerali si svolsero nella chiesa di San Rocco a Ripetta e, un anno dopo (1864), la salma fu traslata in San Onofrio, nella cappella di San Girolamo (dove si trova anche il monumento al Tasso). Il monumento funebre di Bernardo Celentano, messo in opera solo nel 1869, era composto da una lapide di marmo nero sormontata dal busto del pittore, opera (1864) dello scultore Emanuele Caggiano (1837-1905) fusa in bronzo da Pietro Masulli (+1876) scultore napoletano. La dedica fu scritta dall’archeologo Giuseppe Fiorelli (1823-1896) su richiesta del fratello Rodrigo Fiorelli (+1865), collaboratore e intimo amico di Celentano. Nel 1885, il riposizionamento del monumento del cardinale Giuseppe Gasparo Mezzofanti (1774-1849) provocò lo spostamento del monumento dedicato a Celentano sulla parete di fronte. L’architetto Pio Piacentini (1846-1928) rinnovò la lapide (questa volta in marmo bianco) e la inquadrò in una cornice di bronzo sormontata dal primitivo busto. Il restauro del 1957 della cappella di San Girolamo fu l’occasione per la definiva sistemazione del monumento a Benedetto Celentano. Questo fu posto di fronte a quello di Giuseppe Fabris (1790-1860) con lo stesso sfondo già composto da un finto drappeggio, opera (c.1857) dell’architetto Carlo Piccoli (attivo 1850-1870). La lapide con la dedica divenuta bianca è sovrastata dal busto posto sopra una mensola a volute. (fonte: A. L. Genovese, Monumenta: Memoriali di Artisti nelle Chiese di Roma, Roma 2024)
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