Nel suo testamento, pubblicato il 18 febbraio 1836 da ser Domenico Bartoli, notaro di Collegio del Campidoglio, dispose: “Bramando che non vada dispersa la mia biblioteca, la cui riunione mi costa tante fatiche, brighe e spese, lascio essa intiera mia biblioteca alla cittą di Prato in Toscana donde proviene il ceppo di mia famiglia...Voglio poi e comando che detta mia biblioteca, allorquando sarą stata trasportata, sistemata e collocata in Prato, rimanga aperta a vantaggio dei giovani studiosi della cittą”.
|