Entrando nella cappella si ha il monumento di Fabiano a destra e quello del cardinale Antonio sulla sinistra. Nel progetto operarono, tra il 1501 e il 1553, Bartolomeo Ammannati (1511-1592) e Michelangelo Buonarroti (1475-1564), sotto la guida del Vasari (1511-1574). Da ragazzo Fabiano abitava, con il padre Pietro, a Monte San Savino (Arezzo) e probabilmente proprio dal nome di quel luogo, trasse, per primo, l’appellativo “Del Monte” che aggiunse al suo cognome per annullare l’aspetto burlesco del cognome Ciocchi che, nella sua primitiva accezione, doveva suonare “Giochi”, ritenuto poco consono alla sua professione di avvocato. Eli fu, infatti, un grande giurista. Tra le cariche che ebbe a ricoprire quella di Uditore della Rota per Città di Castello, di Podestà della città di Urbino e quella di Avvocato Concistoriale a Roma. Antonio, suo figlio, che aveva studiato a sua volta giurisprudenza, aveva scelto la carriera ecclesiastica che si sviluppò brillantemente sotto i pontificati da Innocenzo VIII (Giovanni Battista Cybo – 1484-1492) a Clemente VII (Giulio Zanobi di Giuliano de' Medici – 1523-1534). Fu fatto vescovo nel 1503 da papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia – 1492-1503) e cardinale da papa Giulio II (Giuliano Della Rovere – 1503-1513) nel 1511. Fu elevato a molte cariche di prestigio durante tutta la sua carriera perché riuscì, con papi di diversa estrazione (Alessandro III, Giulio II, Leone X), ad ottenerne la fiducia in modo tale che si può sostenere che fosse un politico eminente. Per venti anni fu protagonista della politica papale ed uno dei maggiori esperti di diritto nella curia di Roma.
|