Piazza di Sant’Egidio (R. XIII - Trastevere) (vi convergono: vicolo del Cedro, via della Scala, vicolo Bologna, vicolo dei Cinque, via della Pelliccia, via della Paglia)
Già Piazza dei Velli, dal palazzo della potente famiglia guelfa che aveva, di fronte, il palazzo degli Stefaneschi [1], una delle sei famiglie incaricate della guardia del Volto Santo (oggi custodito in Vaticano). Incorporata nel palazzo Stefaneschi era l’“Ecclesia S. Laurentioli trans Tiberim (X sec.) prope sanctam Mariam (in Trastevere) [2]”.
La piazza cambiò nome quando (1610) Agostino Lancellotti, nobile romano, acquistò il palazzo degli Stefaneschi per donarlo alle suore Carmelitane scalze [3].
Nel 1610, le suore Carmelitane scalze, con l’approvazione di Paolo V (Camillo Borghese - 1605-1621), accettarono l’offerta del Lancellotti e stabilirono nel palazzo Stefaneschi un monastero, dopo averlo adattato alle loro esigenze, e edificato una nuova chiesa dedicata a Sant’Egidio abbate. In questo trasferimento, fu importante l’aiuto di Francesca Maziotti che, lasciato al monastero tutto quello che possedeva, vi si ritirò,
Don Filippo Colonna restaurò la chiesa nel 1630, sotto Urbano VIII (Maffeo Barberini - 1623-1644) e la dedicò anche alla Madonna del Carmelo.
Prossimo alla chiesa è ricordato un “Palatium Micinae” [4] forse di quella “Domna Micina” che, fino al 1210, intitolò la “regio curtis domnae Micinae” regione che si trova ad ovest o sud ovest sotto il Campidoglio.
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[1] ) Gli Stefaneschi ebbero 4 cardinali, 1 vicario e 1 riformatore, oltre che ricchi possedimenti nell’isola sacra “cum fortilitio seu rocca Trajana”. La famiglia si estinse nella metà del XVI secolo
[2] ) La chiesa è ricordata nella biografia di Gregorio III (731-741). Gli Stefaneschi vi furono sepolti fino al sec. XII.
[3] Le Carmelitane occupavano, in quel momento, la chiesa di San Biagio de´ Velli (X sec.), con annesso oratorio dedicato ai Santi Crispino e Crispiniano, situata dietro l’abside di Santa Maria in Trastevere.
[4] “Domna Micina, sarà stata di una famiglia nobile romana del secolo XI o XII. Il suo nome ricorre pure nella località detta “Balneum Micinae” nella regione del circo Flaminio. Erra l’Armellini sostenendo che un “Palatium Micinae” sia notato nella pianta di Leonardo Bufalini nel Trastevere presso San Lorenzo in Janiculum” (Le Chiese di Roma nel medioevo – Christian Hulsen)
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