Filippo Costa, ingegnere, edificò il palazzo riunendo quello ereditato dal padre con un altro confinante di proprietà del marchese Bichi. La lapide, sulla facciata della casa, commemora il fratello di Filippo, Giovanni Costa (1826-1903, pittore e patriota, che concedette il palazzo a Garibaldi, come suo quartiere generale, durante l’esistenza della Repubblica Romana, nel 1849. Sconfitta la Repubblica, Giovanni fuggì a Firenze, ma al suo ritorno, nel 1870, fu Consigliere Comunale e si fece carico degli espropri, decretati dal Governo Sabaudo, dei beni degli ordini ed istituti religiosi. I Costa dimorano tuttora nel palazzo.
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