Prima del palazzo attuale vi era un edificio costruito, nel 1520, per Filippo Adimari (+1536) fiorentino (cameriere segreto di Leone X ed arcivescovo di Nazareth dal 1528 al 1536) per opera di Giulio Pippi, detto Giulio Romano (1499-1546), su terreno ottenuto da Orazio Farnese (1532-1553). Il palazzo Adimari, definito come “palatium imperfectum cum horto et parva vinicola extra Porta Sancti Spiritus”, fu venduto, nel 1547, da Giulia Conti, consorte di Lodovico Orsini (1475-1534), ad Orazio Farnese. Nel 1552, Orazio Farnese lo vendette al confinante card. Giovanni Salviati (1490-1553), nipote di Leone X, che lo passò al fratello card. Bernardo Salviati (1508-1568), priore dell’Ordine di Malta che, nel 1560, lo ristrutturò su disegni di Nanni di Baccio Bigio (+1561). Terminò i lavori il nipote, card. Antonio Maria Salviati (1537-1602) nel 1568. In affitto: nel 1616 al card. Alessandro d´Este (1568-1624), nel 1643, al card. Fulvio della Corgna (1517-1583). nipote di Giulio III (Giovanni Maria Ciocchi del Monte - 1550-1555). Nel 1571 vi morì Ascanio della Corgna (1514-1571). Nel 1794, per eredità, dopo l’estinzione della famiglia Salviati, subentrò la famiglia Borghese. Nel 1804 lo acquistò padre Niccolò Paccarani (1786-1811) per installarvi un collegio, fino al 1808. Dal 1808 al 1840 fu del banchiere Domenico Lavaggi, di origine siciliana e, nel 1840, fu acquistato dallo Stato Pontificio come Archivio Urbano e Orto Botanico. Nel 1870 passò allo Stato Italiano che vi installò: nel 1883 il Tribunale militare, nel 1932 il Collegio Militare e, nel 1971, il Centro Studi Militari.
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