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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via_della_Luce-Chiesa_di_S_Maria_della_Luce

Nel 1084, l’oratorio fu danneggiato dalle incursioni dei Normanni, guidati da Roberto il Guiscardo e fu papa Pasquale II (1099-1118) che ricostruì l’edificio, con aula absidata a tre navate, transetto e pavimentazione cosmatesca, oltre che un nartece, affiancato sulla destra dal campanile, che conserva tracce di affresco nei sott’archi dell’ultimo piano.
Nel 1119, con l’elezione di Callisto II (Gui de Bourgogne – 1119-1124), l’oratorio è ricordato come “San Salvatoris quae vocatur Aquila Felix”, con probabile riferimento alla prossima stazione di vigili della VII Coorte (oggi in via della VII Coorte – Trastevere), deducendone probabilmente anche il predicato “de Curte” (da Cohorte).
Si è pensato anche possibile che “de Curte” potesse riferirsi alla comunità ebraica, che abitava numerosa quella zona di Trastevere, per il fatto che gli ebrei venivano chiamati “Curti”, a causa della loro tradizionale circoncisione.
Nel catalogo (1192) di Cencio Camerario (1150-1227) la chiesa è chiamata “San Salvatoris Curtium”.
Clemente VII (Ippolito Aldobrandini - 1592-1605), nel 1595 eresse la chiesa a parrocchia, cui fu data, come succursale, quella di Santa Bonosa, demolita nel 1888, nel quadro dei lavori per la costruzione del ponte Garibaldi.
Si ha notizia di un restauro del tetto pericolante, nel XVII secolo.
Nel 1657, il rettore della chiesa, Gian Domenico Mauro Cosentino, finanziò, di sua tasca, una serie di importanti lavori che modificarono completamente l’assetto della chiesa e che, in particolare, eliminarono il nartece.
Nel 1728 lo stato della chiesa era fortemente compromesso e Benedetto XIII (Pietro Francesco Orsini - 1724-1730) l’affidò ai Padri Minimi di San Francesco di Paola, dandole funzione di parrocchia.
Nel 1730, nel vicolo delle Mole (oggi via della Luce), avvenne il miracolo di un cieco che, recuperata la vista, si trovò davanti un’immagine della Madonna col Bambino.
Riconosciuto il miracolo, Clemente XII (Lorenzo Corsini - 1730-1740), fece trasportare l’immagine nella nostra chiesa, che da allora, prese il nome di Madonna della Luce.
Le offerte dei devoti all’immagine sembrarono permettere la ristrutturazione della chiesa, ad opera dell’ architetto Gabriele Valvassori (1683-1761), coadiuvato dal pittore Sebastiano Conca (1680-1764). Essi realizzarono l’aspetto barocco degli interni, quali troviamo oggi, ma i lavori furono interrotti più volte per mancanza di fondi, e solo nel 1821 fu semplicemente intonacata la facciata che rimase incompiuta. La chiesa fu riconsacrata nel 1882.
Nel 1873, il complesso fu sequestrato dal Regno Italiano, esclusa la chiesa che rimase sotto la responsabilità della diocesi. Nel 1906  la parrocchia fu spostata a San Francesco a Ripa.
Nel 1891, la cupola del Valvassori, rivelatasi instabile, fu demolita e sostituita da un lucernario.
La chiesa, restaurata nel 2003, è attualmente amministrata dall’Ordine dei padri Scalambriniani, istituito nel 1996 , per i migranti latino-americani.

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