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Nel 1737, il cardinale vicario Giovanni Antonio Guadagni (1674-1759), nipote di Clemente XII (Lorenzo Corsini – 1730-1740) che lo aveva eretto al titolo di cardinale nel 1731, fondò il Conservatorio e lo pose sotto la protezione dei cardinali vicari. Con la nomina del primo direttore, Nicola Ricci, sacerdote nella chiesa di San Girolamo della Carità, ebbe inizio la storia del Collegio che ospitava ragazze orfane (di padre e/o di madre) le quali, essendo di “civil condizione”, erano portatrici di una dote (l’”acconcio”), del proprio guardaroba, del letto e del materasso. Le ragazze meno abbienti erano patrocinate da un benefattore e, per accrescerne la dote, veniva accantonata una parte del loro lavoro (filatura della seta) e, cosa singolare, si faceva talvolta ricorso al gioco del Lotto giocando una lista di nomi a cui, se vincenti, veniva integrata la dote. Il bilancio del Collegio era invece basato sulle doti portate dalle ragazze (o dai loro benefattori), dalle rendite di beni immobili di proprietà dell’istituto, da lasciti testamentari e dagli introiti dovuti all’attività manifatturiera della produzione di seta, per la quale il Collegio era entrato in società con imprenditori esterni (la famiglia Boni di Napoli). Il Collegio, che da piazza Padella si era spostato, in un primo momento, nei pressi di San Girolamo della Carità, progettò di installarsi su un terreno donato da Benedetto XIV (Prospero Lorenzo Lambertini – 1740-1758), sito su via Anicia, tra via dei Genovesi e via dei Salumi. Su questo terreno, ampliato grazie all’acquisto di proprietà confinanti, fu edificata, nel 1743, la sede del Collegio su progetto dell’architetto Francesco Ferruzzi (1680-1745). Durante gli scavi di fondazione vennero ritrovati elementi di muratura appartenenti ad una “insula” e, al suo interno, un sacello dedicato alla “Dea Bona” protettrice della fertilità e della castità, davanti ad un altare e ad un pozzo d’epoca imperiale (parte della targa commemorativa è murata in via dei Genovesi – vedi). Con l’occupazione francese, nel 1812, il Collegio subì le regole di gestione centralizzata dei centri di assistenza sociale che, nel 1826, furono confermate da papa Leone XII (Annibale Clemente della Genga – 1823-1829), tanto che nel 1828 il Collegio si fuse con quello della Divina Provvidenza e vi si trasferì in via Ripetta. In questo incerto periodo, nel 1819, il padre Gioacchino Michelini (1768-1825), nei locali del Collegio, condusse la prima casa di esercizi spirituali per giovanette, affidata alle cure delle religiose della Divina Provvidenza, fino al 1852, sostituite dalle suore Oblate Agostiniane, affiliate all’Ordine degli Agostiniani Scalzi. L’edificio è ora sede del Collegio Universitario Internazionale di Roma. Durante i lavori di sistemazione ed adattamento dell’edificio (1925) alle esigenze del Collegio Universitario, si svolsero ricerche archeologiche che evidenziarono l’esistenza di due “insule” e di un cantiere di trasformazione edilizia di parte di un’insula in “domus” di tipo signorile. Gli elementi raccolti suggeriscono che l’interruzione di questo cantiere fu dovuta all’invasione dei Goti, del 410 d.Ch. e che l’area del cantiere abbandonato (in realtà, l’intero isolato) fu destinata a discarica fino a tutto il VI secolo, per divenire, dalla metà del VI secolo, luogo di sepoltura, fino agli inizi del VII secolo (con il ritrovamento di sette sepolture a fossa o a cappuccina). Gli scavi, messi in valore, sono attualmente visitabili.
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