Monsignor Pedro de Aranda, dal 1473 a Roma, diviene, nel 1476, vice-tesoriere generale del papa e, nel 1491 vescovo. Tornato in patria nel 1483, nel 1487 fu accusato, dall’inquisizione, di praticare ancora riti giudaici (insieme al vescovo di Segovia) e fu quindi giudicato eretico. Il de Arada ottenne di trasferire il suo processo a Roma. Con l’avvento di Alessandro VI, il nostro vescovo entrò pienamente nella fiducia del papa che lo inviò nunzio (1495) straordinario a Venezia. Da questa posizione riuscì a formare una lega vittoriosa contro Carlo VIII, che fu costretto a rientrare in Francia, dopo la battaglia di Fornovo. Fu in questo periodo di grande affermazione personale che acquistò, nel 1491, per 1500 fiorini d’oro, il palazzo in questione. Nel 1496 fu nominato a capo dell’opera pia spagnola : Chiesa ed ospedale di Santiago. Nel 1498 il processo portò al suo arresto e lo stesso papa Alessandro VI lo vece rinchiudere in Castel Sant’Angelo dove morì l’8 agosto 1500 per il crollo improvviso del soffitto della sua cella. I suoi beni vennero confiscati in favore della Camera Apostolica, mentre il nostro palazzo fu inserito nel patrimonio dell’opera pia della chiesa e dell’ospedale di San Giacomo degli spagnoli. Questi ultimi, acquistato il palazzo accanto (confinante con il già Via del Pozzo delle Cornacchie, oggi Largo Giuseppe Toniolo), ne fecero (1742-44) uno solo con caratteristiche signorili, come si vede oggi. Fu dato in affitto alla Confederazione del Commercio fino al 1933, quindi al Ministero dell’Interno per la sede del commissariato e l’alloggio degli agenti destinati al Senato della Repubblica.
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