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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Piazza_di_S_Agostino-Chiesa_omonima-Lapide_di_Agostino_Antonio_Giorgi-1797

MEMORIAE
AVGUSTINI ANT GIORGI V R
EX PROV AEMIL VICO S MAVRO FR ER AVGVSTINIANI
ILLA NATVRA ET LITTERIS ASSECVTI
QUAE IN OPTIMO VIRO DESIDERANTUR
FVIT ENIM MODESTISSIMVS OMNIVM VITA INNOCENS
INGENIO FLORENS CANDIDVS CONSTANS FRVGI
IDEM LINGVARVM ERVDITISSIMVS RERVM DIVINARVM
ET TOTIVS ANTIQVITATIS SCIENTISSIMVS
AVCTOR LIBROR PLVRIMOR PRAEF BIBL ANGELICAE
PROC GENERALIS ET SVMMVS PROMAG ORDINIS SVI
IN LYCEO ROMANO INTERPRES VOLVMINVM SACROR
PROBATOR DOCTRINAE CLERICORVM VRBANOR
CONSLIARIVS PATRVM EEMM PRAVITATE HERETICA
RITIBVS ET SCRIPTIS ORIENT IVDICANDIS
HIC EGREGIVS AVGVSTINIANAE SCHOLAE DEFENSOR
ET PROPVGNATOR HABITVS EST
VIXIT AN P M LXXXVII DECESSIT IIII NON MAI NATALI
MONICAE MATRIS QVAM IN D MORT RELIGIOSE COLVIT
A  P  C  N MDCCXCVII
COLLEGIVM FRATRVM S S DOLENTER
TITVLVM CVM IMAGINIS FORMA POSVERE
CORPORE IN PROXIMVM COMMVNE SEPVLCRVM INLATO
AVE SENEX PIENTISS ET PETE PRO SODALIBVS TVIS

Segue testo:

Studiò a Cesena, a Verona, a Bologna ed a Padova letteratura italiana e latina e, in particolare, studiò numerose lingue medio-orientali (ebraica, caldea e samaritana).
Alla fine degli studi fu ordinato sacerdote dal cardinale arcivescovo di Bologna Prospero Lorenzo Lambertini (1675-1758), futuro papa Benedetto XIV (1740-1758) che, nel 1746, lo chiamò come professore di sacre scritture alla Sapienza. Fu pure chiamato a difendere gli scritti, accusati di giansenismo (l’uomo nasce corrotto e senza la fede non c’è salvezza) dall’Inquisizione Spagnola, del già defunto cardinale agostiniano Enrico Noris (1631-1704).
Agostino Antonio fu lui stesso tacciato di giansenismo dai gesuiti che lui avversava sul piano dottrinale sostenendo il loro generale rilassamento verso le regole canoniche dell’insegnamento teso a screditare la dottrina di S. Agostino e di S. Tommaso.
Il successo ottenuto nella causa Noris, ma soprattutto la stima che godeva negli ambienti della curia portarono Benedetto XIV a nominarlo bibliotecario della Biblioteca Angelica nel 1752.
Anche nell’ambito agostiniano ricoprì importanti cariche: dal 1764 al 1782 fu procuratore generale dell’Ordine per la provincia italiana, poi, nel 1785 fu vicario generale dell’Ordine. Morì ottantaseienne a Roma nella casa agostiniana a fianco dell’Angelicum dove aveva sempre vissuto e fu sepolto nella chiesa di Sant’Agostino nella fossa comune ai frati agostiniani che, in segno di ricordo e di stima, gli dedicarono questa semplice ma eloquente lapide.

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