Piazza Rondanini (R. VIII – Sant’Eustachio) (limitata a nord da via del Pozzo delle Cornacchie)
Dalla via delle Coppelle un vicolo, poi chiuso, immetteva in una piazzetta chiamata come il vicolo, “della Cerasa”, dal nome di un Cerasa, familiare di Leone X, e fu anche detta “degli Aquilini o Aquilj” da un “Magister Antoniatius Benedicti (degli Aquilj) pretor, civis romanus” che vi possedette una casa.
Allargata la Piazza, venne chiamata Rondanini dal palazzo che questa famiglia di Faenza, stabilitasi a Roma a metà del ‘500, vi possedeva [1].
Questo palazzo che era stato del Cardinale Thomas Wolsey (1471-1530), passato agli Aldobrandini, era indicato “ad puteum cornicum” [2], per avere quel Cardinale eretto un pozzo, il quale aveva per ornamento l’arma del prelato stesso, costituita da due cornacchie.
Il nome “puteum cornicorum” prese il sopravvento sulla località che era stata detta “platea della Cerasa”. Il ricordo del Palazzo delle Cornacchie, è oggi rimasto nella “via del Pozzo delle Cornacchie” che, dalla Maddalena, va al Largo Giuseppe Toniolo.
La chiesetta di San Nicolò [3] “de domo Cinthii Gregorii” (personaggio del XII secolo), detta anche “della Cerasa”, “de lu picino” e “de Petine”, fu fatta demolire da Paolo III (Alessandro Farnese - 1534-1549).
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[1] ) Nelle fondamenta resti delle terme Neroniano-Alessandrine.
[2] ) Si dice anche, da un negozio di calzature, chiamate “cornacchie” per la loro forma.
[3] ) “La piccola Chiesa di San Nicolò de Picino sorgeva nei pressi di quella titolata a San Salvatore delle Coppelle, ancora esistente, in un vicolo, ormai scomparso, detto della Cerasa, dal nome della famiglia dei Cerasi che vi possedette numerose case” (Roma le Chiese Scomparse di Ferruccio Lombardi - Fratelli Palombi Editori - 1996)
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