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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via_di_S_Sabina-Chiesa_di_S_Sabina-Antico_Quadriportico (9)

bordo verticale sinistro: THEODORVS ARCHIP[res]B[iter] VNICVM GEORGIO P[res]B[itero] BOTVM SO…,

bordo orizzontale alto: IN N[omine] D[omi]NI D[e]I SALVATORIS N[ostri] IH[s]V XP[ist]I TEMPORIBVS TER BEATISSIMI ET APOSTOLICI DOMINI NOSTRI CONSTANTI

Segue testo:

La vergine č affiancata da San Pietro e da San Paolo seguiti, ai lati estremi, da due sante: una, vestita con particolare eleganza, Santa Sabina, titolare della chiesa, l’altra Santa Serapia, ancella della prima, che aveva portato “Sabina” ad avvicinarsi alla nuova religione.
Ci sono poi tre personaggi con aureola quadrata (quindi ancora in vita all’epoca dell’affresco) che, grazie alle scritte ancora leggibili, sono stati individuati: nell’arcidiacono Teodoro (in ginocchio), nel diacono Giorgio (a destra nell’affresco) ed il terzo nel papa Costantino (708-715), alla destra della Vergine (a sinistra nell’affresco).
Si presume che i primi due, Teodoro e Giorgio, siano gli stessi che, come rappresentanti della chiesa di Roma, parteciparono al Concilio Ecumenico di Costantinopoli (III) del 680, in cui fu confermata la consustanzialitą delle nature umana e divina del Cristo e fu condannato il Monotelismo.
Nel 711, diviene imperatore Filippico Bardane (711-713) che, con un editto, annulla le decisioni del Concilio e dichiara il Monotelismo l’unica vera dottrina.
Si crede che Teodoro (che per la sua posizione inginocchiata nell’affresco dovrebbe esserne il promotore) abbia voluto confermare con l’affresco le conclusioni del Concilio di Gerusalemme contro l’imperatore e in appoggio alla reazione del Papa contro l’editto di Costantinopoli.
Le parti di scrittura che si sono potute leggere confermano e convalidano questa individuazione dei personaggi.
Sul bordo verticale sinistro si legge: THEODORVS ARCHIP[res]B[iter] VNICVM GEORGIO P[res]B[itero] BOTVM SO…, mentre sul bordo orizzontale alto: IN N[omine] D[omi]NI D[e]I SALVATORIS N[ostri] IH[s]V XP[ist]I TEMPORIBVS TER BEATISSIMI ET APOSTOLICI DOMINI NOSTRI CONSTANTI.
Quest’ultima scritta ci dą il nome del Papa contemporaneo e serve a datare l’affresco che dovrebbe essere stato eseguito dopo l’editto dell’imperatore (711) e prima della fine del pontificato di Costantino, nel 715.

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