Circa a metà del XVII secolo, la casata Farnese, con a capo Ranuccio II Farnese (1630-1694), raggiunse stabilmente, con la sua corte, il ducato di Parma con il conseguente abbandono dei Giardini Farnesiani che si trasformarono in “Orti Farnese”. Nel 1714, con il matrimonio di Elisabetta Farnese (1692-1766), ultima discendente del casato Farnese, con il re di Spagna Filippo V di Borbone (1700-1746), i beni Farnese passarono ai Borbone, così come il Palazzo Farnese (Vedi piazza Farnese – Regola), anche gli Orti Farnese che, a partire dal 1718, si trasformarono in “Reale Azienda Agricola”. Nel 1861, Napoleone III (1852-1870), imperatore dei Francesi, acquistò da Francesco II di Borbone, re spodestato di Napoli, gli Orti Farnesiani, per farvi eseguire degli scavi archeologici, affidati all’archeologo Pietro Rosa (1810-1891), che stravolsero definitivamente ciò che era rimasto dei giardini farnesiani del XVI secolo. Nel 1970, il Governo Italiano acquista l’insieme del terreno già occupato dai Farnese sul Palatino ed inizia a progredire negli scavi attraverso l’opera di Rodolfo Lanciani (1845-1929) e di Giacomo Boni (1859-1925). I Giardini Farnese e le rilevanze archeologiche che sono state riportate alla luce sono oggi pubblicamente visitabili (fanno parte del complesso del Foro Romano e del Colosseo).
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